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giovedì 9 giugno 2011

Un'onda di amore


SE MI APRI LA PORTA...
DON RENZO DEL FANTE (a cura di)
fari di luce sulla piccolissima via dell'amore
APOSTOLATO MARIANO MELEGNANO (MI)
Questo manoscritto, che esce in edizione_ extra-commerciale, e secondo le disposizioni approvate dal Papa Paolo VI il 14.10.1966, merita una fede pu­ramente umana, senza prevenire il giudizio di Santa Madre Chiesa. L'opuscolo può essere richiesto a:
Don RENZO DEL FANTE Via Cavour, 21 - 20077 MELEGNANO (MI)

Parola di Dio

«Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido... sto per vomi­tarti dalla mia bocca. Tu dici: "Sono ricco, non ho bisogno di nulla!" ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro pu­rificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprire e nascondere la vergo­gnosa tua nudità e collirio per ungere gli occhi e ricuperare la vista. Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti! Ecco: io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me». (Dall'Apocalisse, 3,15-20)

INTRODUZIONE

Ha saputo credere

Chiedo perdono a Dio per avere tenuto nascosto, per non pochi anni, un talento prezioso. Si tratta di un manoscritto che Padre Lorenzo Sales, fervente Missionario della Conso­lata, aveva riordinato e conservato con cura e che, morendo, mi lasciò in dono.
Chi ha scritto quelle pagine? Non è importante la rispo­sta; comunque se l'avessi, scriverei subito nome e cognome e darei gloria a Dio e a quell'anima che seppe credere ed ac­cettare, per comunicarlo a noi, questo bel dono del Cielo.
Se mi sono invogliato a pubblicare il manoscritto, alme­no in parte, è perché vi sono raccolti i colloqui di nostro Si­gnore Gesù con una persona a Lui consacrata. Leggendo il testo, e da altre fonti, ho attinto la convinzione che si tratta di una Clarissa Cappuccina, vissuta al tempo e forse accanto a suor Consolata Betrone, certo senza sapere, l'una dell'al­tra del lavoro meraviglioso che lo Spirito di Gesù svolgeva nell'anima di entrambe.
Conservo con rispetto questo quaderno, denso di grazia e di verità che una umile suora (forse di lei non rimane nep­pure il nome) ha scritto, credendo di riferire le parole che Gesù interiormente le dettava.
Come è norma di saggio comportamento in questi casi, ella ha consegnato tutto al suo Direttore Spirituale, lasciando a lui di decidere in merito. Sulla autenticità del fatto sopran­naturale, si pronuncerà - se e quando lo trovasse opportuno - la Santa Madre Chiesa, al cui giudizio sarebbe sciocco e presuntuoso volersi opporre. A noi basta rilevare che queste pagine sono una eco fedele del santo Vangelo, come la Chie­sa ce lo ha conservato e come tuttora ce lo presenta.
Le pagine che ho scelte sono le più toccanti e significati­ve? E chi di noi può giudicare le cose di Dio? Io ho fatto del mio meglio e a chi sappia ascoltare il Signore con semplicità e apertura di cuore, Egli parlerà con grande bontà, ma con altrettanta serietà e fermezza.

Il Cielo è aperto

Prego Dio che questo opuscolo, in questa nuova edizione, arrivi come dono di cristiana amicizia a chi è convinto che l'amore vero, divino e umano insieme, è l'unica cosa che vale.
Nell'ora di nostra morte non saremo giudicati sul numero e sulla risonanza delle nostre azioni, ma sulla purezza delle intenzioni e sul grado di autentico amore che ha ispirato o no la nostra esistenza.
Vorrei che questo piccolo libro fosse da voi aiutato a giun­gere a quei fratelli e sorelle che avvertono un estremo biso­gno di amare e di essere amati. Non è vero forse che più di una volta il Cielo sembra chiuso al nostro richiamo e che il mondo non sia che un immenso deserto bruciato dal vento dell'egoismo?
Coraggio, miei cari! Contro tutte le apparenze, sopra le molte amare esperienze, noi crediamo che il Cielo non può essere indifferente al nostro cercare e soffrire; siamo certi che il mondo può ancora migliorare, se cominciamo noi ad amare, e pazzamente, per primi.
Questo libriccino, letto distrattamente, potrà forse annoiare come roba di altri tempi. Ma se verrà accolto con un pizzico di fede e meditato con un po' di intelligenza, sarà veicolo di grazia e pungolo per essere vissuto.
«Facesse del bene anche solo a poche persone, invogliandole ad abbandonarsi definitivamente all'amore di Dio e a sacrificarsi ancor più nell'amore del prossimo, ne sarei già soddisfatto», scrivevo nella prima edizione. Ora ringrazio Dio: sono decine di migliaia le persone che ne hanno tratto vantaggio.

Lasciatevi amare da Dio!

Chi leggerà queste pagine, se già conosce la spiritualità di santa Teresa di Lisieux e quella di suor Consolata Betrone che ne rappresenta un limpido sviluppo, troverà in questo scritto un felice richiamo di quanto già ha appreso e un nuovo impulso a camminare sulla piccolissima via dell'amore.
Chi invece ancora non la conoscesse, troverà utili indicazioni verso la fine di questo opuscolo.
Anche se nella realtà quotidiana risulta faticoso, non c'è atteggiamento più bello di chi si lascia perdonare da Dio e si fa guidare dal suo amore infinito.
Dio c'è per davvero! Lo intravedono i puri di cuore. Ne avvertono la presenza i bambini di età e gli umili di spirito, chi per la sofferenza e l'ingiustizia subita, o fors'anche per le colpe commesse ma riconosciute e messe nelle mani della Misericordia di Dio, hanno lavato di pianto gli occhi del­l'anima.
Dio è vicinissimo a noi. Gesù è «Dio con noi» e ci chiede di poter abitare non accanto ma dentro il nostro spirito, anima della nostra anima, Lui nostro Dio e fratello e figlio dell'uomo, per aiutarci a crescere buoni e contenti, sempre più simili al vero nostro Padre del Cielo.
Gesù, crocifisso e risorto, è sempre in cammino per le stra­de del mondo. In questo momento si è fermato. Non senti? sta bussando alla tua porta. E tu corri ad aprirgli!
Potrebbe presentarsi anche come un fragile Bimbo, fra le braccia di un'umile Mamma, la Santissima Vergine Ma­ria. San Giuseppe li segue, tiepido e silenzioso.
Melegnano - Natale 1998.
Don RENZO

DAL MANOSCRITTO DI UNA PICCOLISSIMA ANIMA

AMORE PER AMORE

Un fiume che scorre

«Prendi il mio Cuore! Il mio cibo è l'amore. La mia vita è l'amore. La mia felicità è l'amore. Per amore ho ideato la vostra creazione; Io stesso, Amore infinito, sarò il vostro premio.
Il mio amore per voi è incrollabile, perché è basato sulla Divinità. Mi sono fatto, obbligo, fin dall'inizio della vostra creazione, di amarvi sempre. E se dite voi che nobiltà obbli­ga, tanto più mi sento impegnato, io che sono la vera, l'unica nobiltà, perché divina.
Dalla nascita alla morte vi amo, anzi vi perseguito con il mio amore, anche quando vi ribellate ad esso o non ve ne curate affatto... Io sono immutabile nell'amore, anche quan­do non lo meritate. È come un fiume che scorre ugualmente, quale sorta di melma trovi nel suo letto.
Il mio amore per voi non conosce confini, perché è l'a­more di Uno che è Dio. Neppure in Paradiso potrete capire, nella sua immensità e potenza divina, il mio amore per voi.
Come un bimbo di pochi anni, figlio di un grande scien­ziato, non può capire l'erudizione paterna, così a voi, pur nella beata comprensione, non sarà dato di misurare l'intensità del­l'amore del vostro Dio per le sue creature. Sarebbe un ec­cesso di gioia impossibile a sopportare, anche se sarete già fortificati nella beatitudine.
Il mio Cuore mai è stato assorbito da altra preoccupazio­ne: vi è unicamente l'amore per voi, il dolore per voi, le an­sietà per voi.
Tutta la mia onnipotenza, bontà, giustizia, tutta e sem­pre per voi, per le vostre anime. Non ho potuto fare di più per voi, benché onnipotente, perché sono andato fino al colmo.
Potrei ancora, come Dio, creare miliardi di mondi più belli e più perfetti, ma non potrei, come Uomo-Dio, accogliere e offrire più sofferenza e subire morte peggiore.
Non ho esitato a sacrificarmi per la vostra salvezza, e non mi sono riposato se non dopo aver dato, fino all'ultima goc­cia, il mio Sangue per la vostra redenzione.
Non è più necessario che Io ritorni a patire e morire per voi, altrimenti vi verrei con lo stesso slancio di allora spon­taneamente e gioiosamente.
Anche se tutti voi vi conservaste intatti nella coscienza, dalla nascita alla morte, non avreste fatto neppure un passo degno della riconoscenza che mi dovete. Tutte le creature più sante che sono state, sono e saranno, non potrebbero mettere assieme un sospiro solo d'amore per Me, che sia degno di Me. Tutto l'amore dei Serafini e dei Santi non potrà mai cor­rispondere a un solo battito del mio Cuore.
Se non fossero le vostre ingratitudini e i vostri peccati che me lo impediscono, farei delle vere pazzie d'amore per voi, tanto siete da Me teneramente amati.
Siete le mie conquiste, i trofei delle mie vittorie: come i guerrieri amano fare mostra delle medaglie acquistate con il loro valore, Io mi compiaccio di presentare al mio Divin Padre i frutti della mia Passione e Morte.

Siete indifferenti

Il mio Cuore, infiammato d'amore per voi, desidera un ricambio adeguato da voi. Potrebbe, per così dire, stare tran­quillo in Cielo con gli Angeli e i Santi; ma no, è quasi in­quieto e vuole l'onore e l'amore dei mortali; vuole le vostre adorazioni, i vostri tenui e miseri affetti. La mia Umanità anela la sua natura, il suo elemento.
La Natura divina è in pieno possesso della felicità, unita alle altre due Persone, e la mia Umanità cerca la sua felicità in voi.
Ecco perché soffro tanto che non mi amiate come dovete. Io sono innamorato delle anime vostre e voi siete indifferen­ti, tutti intenti alla materialità della vita.
Troppo pochi sono quelli che alzano lo sguardo a Me, che comprendono l'ansietà del mio Cuore con amore riconoscente. Amano tutti, persin le bestie: di Me, loro Creatore, si dimen­ticano. Non si stancano di parlare delle ore intere con un ami­co: con Me, che sono il vero ed unico amico, trovano lungo il trattenersi cinque minuti.
A teatro e ai divertimenti si trattengono per delle ore die­tro a delle chimere: da Me vengono solo qualche volta, alle funzioni religiose. Il mio amore non è né riconosciuto né ap­prezzato.
Ho in mano tesori di grazie: non mi guardano neppure. E poi, per una manciata di soldi, perdono la testa... Dovreste essere tutti pazzi d'amore per quello che ho sof­ferto per voi: invece mi tocca andare da cuore a cuore in cer­ca di ricambio di affetto, e la maggior parte non si degnano neppure di uno sguardo.
Sono l'eterno Mendicante, che dopo aver, copiosamente dato, anzi dopo di essermi esaurito e spogliato, nessuno sfa­ma e ricambia. Quando sarete in Paradiso e scoprirò la ma­gnificenza estrema del mio amore universale e personale, do­vrò operare un miracolo, perché la constatazione della vo­stra ingratitudine non vi cambi il Paradiso in un mare di de­solazione e di sconforto.
Rifletti sempre alla mia vita terrena. Non avrebbero tutti dovuto andare a gara nell'amarmi e venerarmi per quello che ero, Dio e Salvatore? Considera le ignominie che ebbi inve­ce a soffrire, dal Presepio al Calvario. Allora non ero molto conosciuto: ma adesso che sapete Chi sono, non devo forse ancora escogitare tutti i mezzi per indurvi ad amarmi?

Mendicante d'amore

Nella mia Passione non ebbi più né forma né decoro, sfi­gurato come ero dai patimenti. Così ora voglio perdere di nuo­vo il mio decoro, la mia maestà per andare in cerca di amore.
Sembro un ebbro di amore, tanto sospiro di essere sazia­to da voi. E come nella persecuzione di Erode, non trovando rifugio nella mia patria, lo trovai in Egitto, così ora devo pro­prio trovare un sicuro rifugio nel cuore di chi mi accoglie, di voi anime mie dilette spose.
Non è soltanto la paura di perdere il trono che mi fece e mi fa odiosamente ricercare a morte: è la rabbia satanica contro la mia Divinità, è l'annientamento del loro Creatore e Redentore che vogliono.
Con quanta più ragione voi che mi volete amare, dovete circondarmi di riverente intensissimo amore, per farmi tolle­rare l'empietà, eccitando la mia misericordia all'estrema lon­ganimità.
Amami, che ne son ben degno! Nessuno è degno del tuo amore come Me, che Io desidero e mi accontento della tua meschinità.
Se lo facessi ai miei Angeli l'invito che faccio a voi così insistentemente di amarmi, non potrei più frenarli. Lo dico a voi e Mi fate grazia di sforzavi un pochino. Ciò avviene perché la vostra intelligenza è guasta e non percepisce netta­mente la Sapienza.
È vero che tu non hai niente di bello da attirare il mio amo­re, ma Io amandoti tanto, amo in te l'Amore mio che si ri­versa in te. Mi compiaccio in esso, ammiro la divina Bontà di cui inondo la tua anima. Amo la mia degnazione di Dio infinito nell'abbassarmi tanto incontro a te.
Questo sentimento lo provo per tutte le anime. Abbondo di grazie, di premure in esse, poi resto meravigliato della mia generosità e me ne rallegro.
Ho un cuore troppo fine e sensibile per non sentire gran­demente i vostri piccoli atti d'amore. L'amore del vostro Gesù è un tesoro infinito, una miniera senza fondo, un abisso in­sondabile! Amo divinamente, quindi senza misura.
Le anime che corrispondono al mio amore sono premiate infinitamente più di quanto meritano, perché Io dò smisura­tamente, getto a piene mani, pur di dare, sempre e copiosa­mente dare.
Se non fossi infinito nelle mie ricchezze, mi esaurirei per ogni anima: sarei stato subito impoverito da troppa prodiga­lità. Il piacere che provo a versare le mie grazie é così gran­de, che mi faccio violenza a trattenermi se non c'è nulla da premiare. Non posso tenermi le mie ricchezze: vorrei span­dere da vero Re e rendervi tutti felici.
Ho dato esempio nella mia vita di molte virtù, ma nella vita pubblica ho manifestato soprattutto la carità. Mi sono pro­digato secondo la bontà del mio Cuore.
Non soddisfatto di beneficarvi in modo portentoso, nel mio irresistibile amore ho voluto, quasi con impazienza, spogliarmi di tutto quello che potevo dare del mio essere umano.

Forte come il mare

Il mio amore per l'uomo è forte come un mare in tempe­sta, che tutto travolge e sommerge, di modo che, appena ve­do le vostre anime navigare sul mare del mio amore, Io le purifico; poi le inabisso nelle profondità del mio Cuore, do­ve sono nascosti i miei tesori divini. Io verso grazie a torren­ti: chi più ne vuol prendere, più ne ha.
Fatti bella, o anima, agli occhi miei divini con l'assecon­dare la mia richiesta di corrispondenza al mio amore, e an­che in te si delizierà il mio Cuore.
Non amerai mai troppo, anzi non arriverai mai ad amar­mi come lo merito e come desidero essere amato. Dammi un amore generoso, pieno di fermezza, e Io lo accetto.
Tutto quello che faccio per l'uomo dipende dalla mia ge­nerosità: non sono obbligato. Voi invece siete così avari! Mi­surate l'atto di pietà, l'offerta del cuore e, per quel poco che fate, vi sembra di essere già miei creditori. Non date niente e pretendete ancora delle retribuzioni! Cosa dovrei dire Io per quello che ho fatto per voi?...
Credimi: se le creature conoscessero il mio amore, sareb­bero innamorate di Me e, per attestarsi un po' di riconoscen­za, si immolerebbero per mio amore!
Se, invece di odiarmi, Mi amassero, scorrerebbe nel mon­do latte e miele, ossia l'abbondanza dei miei doni.
Se l'amore per Me fosse acceso in tutti i cuori, a quest'o­ra il mondo materiale sarebbe come scomparso, poiché la terra sarebbe un Paradiso anticipato, la terra dei viventi.
Come il pesce è immerso nell'acqua, così voi dovete es­sere immersi unicamente nell'amore. Qualunque altra cosa è secondaria; bellezza e ricchezza, forza, cultura, tutto scom­pare davanti a due cuori che si amano.
Almeno tu amami! Credi al mio amore, cresci nella con­fidenza e riposati in Me così da non avere più nessuna preoc­cupazione, ansietà e timore.
Cerca soltanto di amarmi, vivendo le virtù che portano all'amore: la carità, l'umiltà e la purezza. Esse sono i tre pe­tali di uno stesso fiore: e il profumo è l'amore per il tuo Dio, profumo delicato e forte.
Raccomandati a Maria, la mia e tua tenerissima Madre. Essa è la migliore maestra, è la via sicura per giungere al vero e santo amore».

LA VIA D'AMORE

Non esigo grandi cose

«Più progressi farai nella scuola dell'amore, più troverai noia e nausea per tutto il resto. L'amore per Me comprende ogni felicità desiderabile.
Non v'è anima sinceramente ansiosa di gioia pura, che non trovi nel mio Cuore tutte le soddisfazioni immaginabili. L'anima si sazia proprio di Me e nel mio amore trova un Pa­radiso anticipato.
Anela anche tu a questo cibo preparato perle anime che, disprezzando tutti gli affetti soltanto terreni, non vogliono altri che Me. Esse trovano il loro riposo, sollievo e speranza in Me solo.
Inèbriati di questo vino, saziati di questo cibo ristoratore e non sarai più prigioniera delle cose transitorie di questa terra. Nutrita così sostanziosamente, potrai camminare nella vita senza timore, senza preoccupazioni e agitazioni, senza alcun pensiero riguardante il tuo povero essere. Non è questa la vi­ta che tu desideri per rimanere tranquilla e calma?
Da te non esigo grandi cose; non ti chiedo che questo: l'amore per me portato fino al grado a cui può giungere il tuo cuore. Mi contènto di questo.
Sforzati sempre di pensare a Me, e sempre prendere in bene quello che dispongo, di essere insomma contenta di come ti tratto. Tendi a quello stato di eroismo dei santi, che ritenevano terra e fumo quello che non era il mio amore e le opere compiute per mio amore.
Neppure pretendo da te austerità speciali, ma voglio quel­l'amore forte e generoso che supera ogni ostacolo e accetta ogni patimento, e che ti forma alla scuola del Calvario, per la sua intensità e le sue esigenze.
L'amore non ha limiti. Le mortificazioni corporali hanno invece una misura e non tutti hanno la forza di esercitarle. L'amore non ha bisogno di tanti ammaestramenti, ha la sua sapienza infusa nel cuore ed è molto ingegnoso. L'amo­re, ben fondato nell'umiltà, si slancia e corre gioiosamente, vola intrepido sopra le difficoltà.
Ama tanto il tuo Gesù e lasciati guidare da Lui con tutta semplicità. L'amore vero per Me è come un liquido che si estende sulla superficie dove è versato, copre, imbeve e si fa padrone: senza rumore, senza precipitazioni e contrasti. L'Amore di Dio, trovato il suo elemento, poco per volta lo trasforma.

Da tutta l'eternità

Mettiti a mia completa disposizione; asseconda la mia gra­zia. Ti chiedo troppo, chiedendoti soltanto amore?
Il sentirti in possesso di un Dio non dovrebbe farti im­menso piacere? Cosa puoi desiderare di più? A quali mag­giori altezze puoi aspirare? Qual cuore più grande e affettuo­so potresti trovare migliore del mio?
Figurati tutte le bellezze e le soavità di questa terra: sa­rebbero ombre sbiadite e colori ripugnanti alla vista, accanto all'infinita mia bellezza e soavità.
Io ti ho amata da tutta l'eternità, comprendi? Questa certezza deve eccitarti ad un amore per Me senza misura, ossia a tutto quello di cui sei capace. lo mi accontento della tua miseria, quando tu abbia esaurito il poco che hai e che puoi.
Amami con grande semplicità, come i bambini che non temono il loro padre, perché capiscono di essere amati e tol­lerati da lui.
Amami con robusta speranza, che ti assicura la miseri­cordia del mio Cuore e ti persuade che mi sei gradita, così come sei.
Amami e per Me dimentica tutto. Chi si abbandona fidu­cioso in Me, non patirà malinconie, ma avrà sempre la pace e il riposo del cuore.
Da te voglio un amore unico, tutto per Me, nel quale tro­vi pure la mia Madre Santissima, che è come una cosa sola con Me.
Studia bene le perfezioni del mio Divin Cuore; modellati sulla mia vita terrena e non sviare in altri pensieri.
È così semplice la via d'amore, che anche un bambino, col mio aiuto, può percorrerla da solo. È tutta pervasa di si­curezza, di abbandono, di serena gioia.
Scegliendo la via d'amore, scegli la via giusta; e non sba­glierai certamente. Essa ti insegnerà quello che devi fare e quello che devi evitare, perché l'amore è attento e intuitivo, e difficilmente si inganna.
Nella via dell'amore di Dio non si incontrano pericoli; non ci sono falsità, sotterfugi e turbamenti: tutto è limpido e tenero. Chi sceglie la via dell'amore, se è già semplice per natu­ra, lo diviene ancor più per grazia, in modo tale da sentirsi incapace del più piccolo atto e pensiero contrario alla sem­plicità.
Se mi ami tutto viene da sé: la riparazione per gli oltraggi che ricevo, e la carità verso il prossimo.
Se mi ami, ti sarà di necessità assoluta l'umiltà, che attira nuove grazie; e così la purezza, che è la virtù che mi dà mo­do di vivere in contatto con te, di vivere in te.
Tutte le virtù, e fino all'eroismo, vengono assieme e in conseguenza dell'amore. Se mi ami, non mi offendi; mi ascolti e ti perfezioni. L'amore trasforma tutto, trascina tutto.
Sai perché ti costano tanto gli atti di virtù che devi fare, perché devi far tanta violenza per tenere a freno le tue pas­sioni? Perché il fuoco dell'amore per Me ha poca intensità e rischia, ogni tanto, di spegnersi.

Non perderti di coraggio

Non perderti di coraggio. Vedo la tua buona volontà e non lascerò morire la fiamma che Io stesso ho acceso. Voi non conoscete le mie debolezze, altrimenti Mi sapreste attirare con un solo sospiro d'amore.
Appunto perché sono nobilmente fine di cuore, basta po­co per commuovermi. Da Me l'eterno Divin Padre volle eroi­smi inconcepibili per voi, perché mi ero offerto per redimervi.
Io da voi non voglio che amore, sempre e unicamente amo­re. L'amore copre tutto. Ha un manto così denso, così pre­zioso, così bello che, coprendo tutta la persona, nasconde ogni vostra povertà e debolezza.
Va avanti, tranquilla! Accanto a Me, ricchezza infinita, non ti mancherà nulla; a tempo opportuno, saprò farti ricca di virtù e di meriti. Amami solo con fede e con ardore.
L'ardore sarà il tuo consigliere, la tua guida. L'amore ti spianerà le difficoltà e te ne abbrevierà il cammino.
Quelli che si danno irrevocabilmente a Me e mi amano sopra ogni cosa lo li innalzo, li accontento e li faccio pro­prietari del mio Cuore, e la mia onnipotenza è a loro disposi­zione.
Quando un oggetto viene illuminato da un potente riflet­tore, diventa anch'esso luminoso. Così tu, rischiarata da Me che sono il più splendido sole, non puoi rimanere oscura e devi subire la mia forza d'attrazione.
Per esserci veramente, il vero amore per Me deve aver avuto una lunga preparazione di purezza di coscienza e una profonda conoscenza di Me. Chi non mi conosce e non mi vuol conoscere, non potrà certamente amarmi.
Il tuo studio sia quello di scrutare bene quello che ho det­to e dico, di apprendere tutto quello che ho operato e opero. Allora, come da fontana limpida esce acqua limpida, così tu conoscerai a fondo le meraviglie dell'infinita mia Carità per l'uomo.

Non domando altro

Togli te stessa al tuo sguardo e al tuo cuore, e potrai ve­ramente fissarlo in Me e amarmi con la più forte e innocente preferenza. Amami tanto e otterrai quanto desideri.
Rubami il Cuore col tuo amore e ne farai ciò che vorrai. È alla portata di tutti. È come esposto alla possibilità vostra per essere adorato e amato; lo è anche per i disprezzi e le ingiurie di quelli che non vogliono amarmi.
Vedi quanti mi offendono!... Quanti non mi conoscono neppure e nello stesso tempo mi disprezzano e mi oltraggia­no! Mi accontento, per riparazione, di pochi cuori sincera­mente devoti, filialmente amorevoli.
Ho un'ansia febbrile di attorniarmi di queste anime pure, che mi facciano da siepe altissima a riparo delle onde furiose delle cattiverie umane e diaboliche.
Non domando altro che essere, nel tuo pensiero e nel tuo cuore, come una persona cara a cui tutto si deve. L'a­more poi sfocerà nel dolore come sforzo e compenso, ma anche questo soffrire non sarà che prova e frutto di amore per Me.
Datti perdutamente al mio amore, come Io mi prodigo per ogni anima redenta col mio Preziosissimo Sangue. Non esclu­dere nessuna tua energia, nessuna facoltà: tutto sia mio, ed esclusivamente mio!
L'amore per Me estingue, o santifica unificandolo con il mio, ogni altro amore, ogni passione. Lasciati colpire da que­sto dardo divino. Amami tanto, affinché sia lo il tormento del tuo Cuore, perché ti scorgerai sempre inferiore alle esi­genze del tuo amore.
La felicità di un'anima che tutta si dona a Me è incom­prensibile; è tanto grande, che soltanto quella del Paradiso la supera. La stessa causa - e sono Io - che la produce, sia in Cielo sia in terra, la rende quasi uguale, tranne che la vostra umanità non può raggiungere l'intensità del Cielo e sopportarla senza morire di felicità.
Perciò fatti coraggio! Puoi amarmi col massimo ardore e con più merito, e ricevere da Me lo stesso amore che ti por­terò in Paradiso.
Quanto più ti eleverai nell'amore, tanto meno sentirai il tuo peso umano e le inerenti tue miserie morali e fisiche. L'amore solleva, innalza, deifica in certo qual modo il vo­stro vivere. Assorbendo tutto in sé, vi fa rimanere come in­sensibili a tutto il resto.
Lasciati trasformare e trasportare dalla Carità. Vorrei che il tuo cuore bruciasse per Me, che si incenerisse quanto di troppo umano racchiude, per poterlo sostituire con un altro più perfetto, più capace, più serafico, più mio. Ma per arde­re bisogna essere legno ben secco.
Se tu vuoi ardere d'amore per me, devi stagionarti nelle virtù preparatorie dell'amore: la conoscenza del tuo Dio, la riconoscenza alle sue grazie, l'umiltà nel conoscere bene te stessa, la purità d'intenzione in tutte le tue azioni, lo slancio generoso verso di Me e verso il tuo prossimo. Allora, ben rifornita di tutto, potrai amarmi con il più intenso amore.
Prega la mia e tua Santissima Madre che ti insegni le vie ingegnose dell'amore. Ti svelerà la scorciatoia per riuscirvi e le sue sante industrie per piacermi e soddisfare così il mio amore».

AMORE E VITA INTERIORE

Desiderio di silenzio

«Entra, anima che mi sei cara, nel mio Cuore e vedi co­me tutto è ordinato, tutto messo a festa: è la sala intima del vero e santo amore.
Qui si offrono i banchetti alle anime pure; qui le anime provate dal dolore leggono e approfondiscono tutto quello che Egli soffrì, spegnendosi infine nelle più atroci sofferenze che mai un cuore umano anche sensibilissimo potrebbe superare nel corso dei secoli.
Qui ancora vi è la cattedra dell'amore per le anime che Egli sceglie in special modo, affinché vengano ad imparare come si deve e si può amare il loro Dio.
Vuoi davvero entrare in questo dolce asilo, fornace della carità e riposo dell'anima? Ebbene, amami tanto, soddisfan­do i miei desideri di silenzio e di unione.
Non lo merito forse? Non ho dato tutto per te e non sono pronto a versare divinamente le mie grazie su di te? Finisci­la, perciò, con quelle divagazioni che allontanano da Me e mettono una nebbia importuna tra il mio Cuore e il tuo.
So che non ami nessun altro al di sopra di Me, che desi­deri il mio amore, e questo mi consola. Sei però un poco in­dolente e ti lasci trasportare dalle occasioni a pensare e a fare cose che potresti evitare.
lo non mi allontano mai da voi; e l'anima vostra deve essere così scortese da allontanarsi da Me? Entro, pieno di grazie, in un cuore, e mentre mi dispongo a versarle a profusione, esso si chiude in se stesso e mi costringe ad uscirne.
Come vado allora alla ricerca di cuori fedeli che sappia­no comprendere e riparare! Non vuoi essere nel numero di queste anime delicatissime?... Oh, potessi avere nel tuo cuo­re un rifugio, un luogo di riposo e di ristoro, nel diluvio di iniquità che allaga il mondo!
Ho sempre bisogno di cuori fedeli, e in tutti i tempi me ne sono procurati. Se accetti di essere di questo numero con­sacrati proprio all'Amore Infinito con dono irrevocabile. Non è faticosa questa dedizione: è un'onda pura di sorgente che si riversa placidamente nel mare del Divino Amore.

Cammina accanto a Me

Tieni sempre i tuoi occhi rivolti a Me in umile attesa. Piace tanto al maestro l'attenzione dello scolaro, al padre l'obbe­dienza del figlio, e allo sposo lo sguardo fisso su di lui della sposa per essere pronta e eseguirne i voleri.
Da te, ripeto, non pretendo grandi cose, solo l'osservan­za di tutti i tuoi doveri e l'unione inalterabile con Me. Come vedi sono cose semplici e chiare, senza pretese; ma in questa vita umile e nascosta si cela una santità eminente che, senza far rumore, ti rende la beniamina del mio Cuore.
Tu lo senti, e sei sorpresa del dominio che hai di te stes­sa, quando sei proprio unita a Me. Nulla ti turba; sai soffrire ogni cosa. Vedi dunque la necessità di sempre pensare con affetto a Me, poiché senza di Me, fuoco d'amore, non sei più nulla, non vali più nulla.
Quando un'anima si dà tutta a Me, è nella natura della mia bontà infinita di accettarla, anzi quasi assorbirla in Me, qualunque sia la sua piccolezza e indegnità.
Mi si dona, e Io devo prenderne la responsabilità e la cu­ra speciale. Quell'anima poi, liberamente donandomi la sua volontà, perde quasi la sua iniziativa. Come uno, per quanto refrattario a un bagno molto caldo, se, vi viene immerso da forza maggiore, deve necessariamente subirne le conseguen­ze, così l'anima che Io unisco alla mia Divinità deve assog­gettarsi all'influsso della grazia.
Fa' dunque in modo che le creature non ti trovino più se non immedesimata con il tuo Dio, in perfetta fusione con lui. Il mondo, le creature, gli eventi siano per te come un mare tempestoso che mette paura e che non affronti da sola.
Cammina silenziosamente accanto a Me. Se non vedi che Me, se non segui che Me, se non pensi e ami che Me, come potrai essere nelle tenebre, nel gelo, nelle incertezze dolorose?

Abbandono fiducioso

Sta sempre unita a Me e ti parteciperò gaudio infinito. Nel­l'unione costante con Me ti farò gustare le caste ebbrezze dei divini colloqui, e il soave e fiducioso abbandono al mio divi­no volere.
Nulla può turbare questo casto amplesso dell'Amore In­finito, se l'anima volontariamente non si svincola con il pec­cato e con l'indifferenza.
Amami di un amore puro, semplice, totale! Rinunzia, per acquistarlo, a tutte le altre soddisfazioni che potrebbero mo­mentaneamente allietare il tuo cuore o il tuo intelletto o il tuo amor proprio vanitoso. Distaccati da quanto sa solo di uma­no e transitorio, e concentrati tutta in Me.
È proprio necessario che ci isoliamo dalle cose del mon­do, se vogliamo essere uniti. Io sono geloso quando ti occupi di altro che sia in contrasto con Me. Compatisco quando sei in preda alle tentazioni, e non puoi ragionare giusto, e non riesci subito a frenare. Invece, il pensare a cose di tuo gusto unicamente per soddisfare te stessa, questo non lo sopporto.
Voglio essere l'unico tuo pensiero, l'unico tuo sospiro, l'unico tuo amore e l'unico tuo rifugio. Ti voglio unitissima a Me.
Voglio che tu riceva non solamente tutto da Me, ma rice­va tutto in bene da Me, ritenendomi con fede e gratitudine la causa e il volere che dispone quanto succede attorno a te. Desidero avere un riposo indisturbato nella tua mente e nel tuo cuore. Vuoi forse ancora preferire un po' di fumo, un po' di terra a Me?
Tieni sempre il tuo cuore sgombro di ogni cosa che non può piacere a Me e che rende il mio amore geloso.
Le creature non hanno nessun diritto di possedere il tuo cuore, né in tutto né in parte. Perciò non ammetterle in esso, se non illuminate e avvolte da spirito di carità soprannatura­le. Prendi esempio da Me, che ho chiamato fratelli e amici i miei seguaci, e ho dato loro la mia vita, unicamente per il loro bene, per salvarli.
Sono ansioso che giunga presto ad essere perfetta la no­stra unione, in uno sposalizio mistico, con uguale sincerità di affetto. Allora tutte le tue opere umane, fatte sotto la spin­ta dell'amore, oltre che essere sublimi, non ti preoccupereb­bero più. Sarebbero come un terreno su cui uno è obbligato a camminare e a cui non bada, se non in quanto deve far at­tenzione a dove mettere i piedi per non inciampare, nulla più. La mia Santissima Madre e San Giuseppe non si allontanavano spiritualmente da Me un solo istante. Se anche non fossero stati per Me quello che erano, avrebbero fatto ugual­mente la stessa vita di unità con Me che hanno fatto; perché non è l'occupazione, non è. il posto che fa i Santi: è la vita interiore, è l'unione completa con Me.

Ti fidi troppo poco

Asseconda anche tu la grazia con tutte le sue ispirazioni, siano grandi o piccole. Nulla deve troncare la vena santifi­cante di essa, perché scorre abbondante e continua.
Così fanno quelli che vogliono santificarsi: attendono vi­gilanti a quanto Io loro suggerisco, sia o no contrario alla lo­ro volontà.
Non pensare mai né al passato né all'avvenire; pensa a santificare l'ora presente, che costituisce il tempo prezioso per attendere all'amore per Me.
Vigila su te stessa minuto per minuto, con la stessa dispo­sizione attiva che uno scienziato pone in uno studio difficile e per lui importante. Riuscirai così a scoprire sempre più le meraviglie del mio amore, che è tutto impegnato a beneficarvi.
Sai perché provi tanta pena? Perché ti dai troppo all'este­riorità e ti fidi troppo poco di Me. Non sono le tentazioni che ti distolgono da Me: è lo spensierato tuo modo di vivere, di agire.
Io ho sempre accompagnato ogni mia azione con gravità e con calma divina. Questa gravità e calma dovresti averle anche tu in ogni tua mossa e in ogni tua opera da Me voluta. Avrai anche il tempo di compierla bene. Invece, agendo con agitazione, tu sembri diffidare di Me, che non ti dia la possi­bilità di farla con calma.
Vigila su queste cattive tendenze, frena la tua impetuosità nell'agire. Guardami sempre con riverente affetto, e la mia grazia non ti mancherà mai.
Se tu, ad ogni nuova azione, guardi Me e cerchi il mio beneplacito, come potrai ritardarla o farla con indifferenza? Non è nel tumulto che io opero, ma nella tranquillità di tutti i vostri sentimenti. L'anima in pace è l'abitazione dello Spirito Santo.
Come la colomba nidifica lontano dai rumori e dal tram­busto, così l'anima solo nella quiete interiore può ricevere la pienezza dei doni e dei frutti dello Spirito Santo.
Le ànime che si consacrano interamente a Me, aderisco­no alle mie ispirazioni, ai dolci e forti impulsi dello Spirito. Entrano e si elevano nella concentrazione del mio amore, e in Me trovano tutto quello che vogliono e possono desiderare.
Sta ben attenta ai rimorsi che ti metto in cuore. Essi sono la staffetta del mio vigile amore per te. Sta attenta per appro­fittare della mia grazia: non divagarti.
Attenta si tuoi doveri, vivi come ignara di quanto succe­de intorno a te; così acquisterai la vita interiore che Mi pia­ce. Il riposo che essa reca all'anima è già premio. Beate le anime che trovano le loro delizie a stare con Me, come Io le trovo a stare con loro! Questa è vera vita di famiglia, che unisce il Cielo alla terra.

Mettiti di impegno!

Io non costringo nessuno, Mi dò a tutti con la stessa bon­tà; soltanto che non possono avvertire tutti la mia presenza, se non hanno il cuore libero e preparato alle grazie.
Se brami davvero il mio amore, procuratelo con il silenzio e con il raccoglimento; allora certamente salirai al puro, al vero amore per Me.
Evita sempre i pensieri e le parole inutili. Tienti apparta­ta da tutto, ossia vuota di ogni cosa che possa eccessivamen­te preoccupare il tuo spirito e il tuo cuore.
Diventa neutra a tutto ciò che non è in rapporto a Me. Mi perdi un po' troppo di vista e il tuo pensiero segue la cor­rente dei fatti che succedono.
Questo vuol dire che lo non sono ancora quell'amore che ti assorbe, così da escludere ogni altra preoccupazione.
Pur potendo fare una vita celestiale fin da questa terra, ti perdi in mille storielle che ti danneggiano l'anima e la pa­ce. Brami l'unione con Me, e non fai gli sforzi necessari per averla. La disposizione e la capacità di amare tu l'hai: non lasciarla inerte per il tuo Dio, per il tuo Gesù!
Mettiti di impegno sul serio. Sorreggo con amore l'ani­ma debole che sa tenersi in piedi anche con sforzo. Quelle però che si mettono, fra i ciotoli e sono sempre a terra, mi stancano a lungo andare.
Se vuoi piacermi davvero, non hai che da praticare il si­lenzio virtuoso ed affettuoso. Amalo il silenzio! Assoggettati alle sue esigenze e farai strada in tutte le virtù, perché nel silenzio virtuoso l'anima vede, sente e ama.
Il silenzio è la chiave dell'amore, e senza di esso l'amore non è duraturo. Il silenzio e il raccoglimento interno ed esterno sono necessari per mantenerti nella mia intimità.
Taci, se possibile, con tutti, parla molto con Me, così ti basterò Io solo. Non trovi che è più facile il tacere che il par­lar bene?
Imita il mio silenzio eterno in seno alla Divinità, e quello temporale in seno alla Madonna. Il silenzio è una delle virtù che ho praticato in vita, specialmente nei trent'anni di vita nascosta.
Nella vita pubblica, non potendo far silenzio di giorno, mi ritiravo di notte nel raccoglimento e nella preghiera. Tut­to facevo per vostro ammaestramento, perché le anime ca­pissero la preziosità della vita interiore.
Medita la mia vita di silenzio nel santo Tabernacolo: si­lenzio assoluto anche con quelli che vengono a farmi visita. Ammaestro di più col silenzio, che se parlassi. Le anime, me­ditando il mio totale annientamento, si sentono forzate a de­siderare questa vita che le rende simili a Me: è questa la base granitica dell'umiltà e della santità.
Se Io, Sapienza Eterna, ho parlato così poco, quanto più dovresti tacere tu, che non sai neppure parlare con saggezza! Quando avrai riportata questa vittoria, o anima cara, potrai chiamarti un pochino mia imitatrice.
Non conoscerai mai abbastanza l'importanza, l'utilità e la necessità di questa virtù.

Amo l'ordine

Col tuo silenzio interno ed esterno che costa e che edifica, tu ti eserciti nell'annientamento, perché mortifichi il tuo io che vorrebbe esporre il suo giudizio, le sue pretese, le sue voglie.
Sta zitta più che puoi, e tante tue mancanze non si ripete­ranno più. Io soffro nel frastuono della tua voce e sto bene con te nel silenzio profondo del tuo cuore, del tuo pensiero e della tua bocca.
Meno parli con le creature e più ti accosti a Me per ascol­tarmi. lo sono l'Immutabile: perciò amo l'uguaglianza, la per­fezione della tranquillità. Amo l'ordine nel parlare calmo, se­rio, ponderato e risoluto.
Come saresti contenta, alla sera, quando avessi sacrifica­to per amor mio ogni voglietta di esternare i tuoi sentimenti col continuo tacere! Come ti stringerebbe al cuore la mia Ma­dre Santissima, Ella che fu così parca di parole! Se vuoi bene alla Madonna, la imiterai in questa sua caratteristica virtù.
La certezza di riparare alle bestemmie che si pronunzia­no contro di Lei e contro di Me dovrebbe spingerti a privarti di tante soddisfazioni anche lecite nel tuo parlare, tanto più ti aiuterebbe nel tuo proposito di non criticare alcuno. Rac­comandati a Lei. Amo che le anime passino volentieri da Lei per consiglio.
Anche San Giuseppe è maestro di silenzio. Imitalo alme­no un pochino. È un modello dei più fulgidi.
Io amo tanto il mio padre putativo e amo anche le anime che gli prestano un culto rispettoso e devoto.
Per rispetto a lui, Io benefico, ascolto e sempre esaudisco quanto mi si chiede in suo nome. Fai bene a imitarlo e a pre­garlo».

AMORE E UMILTÀ

Il ponte dell'umiltà
Cresci nel mio amore per mezzo dell'umiltà. Tra Me, Dio, e voi, anime care, vi è una differenza infinita, colmata da un amore immenso: soltanto gettandovi sopra il ponte del­l'umiltà si può venire a Me, passandovi sicuri.
Io ho sempre prediletto quanto mi portava all'umiliazio­ne e al volontario annientamento, per cui anche adesso non posso resistere e l'amore mi induce a cercarli ancora avida­mente. Scendo quindi nelle anime più miserabili, perché pos­sono di più appagare questo mio desiderio; e mentre innalzo la creatura con i miei insegnamenti, Io mi abbasso verso voi ancora di più.
Sono sempre stato laborioso in vita; ora vado cercando la fatica in quelle anime che per la loro debolezza e povertà possono procurarmela di più, e così posso appagare questa mia passione.
Perché lo sono la luce stessa, mi piace portarmi ove sono tenebre fitte, per rallegrare quest'anima portando in essa la grazia e la festa.
Per un Cuore buono come il mio, l'umiltà ha una potenza irresistibile. Nessun amante corre così pazzamente ove sta il suo amore, come lo mi porto, più celere della corrente elet­trica, verso l'anima umile.
Non so resistere; ne sono talmente preso che, se fosse pos­sibile, la metterei sul mio trono. Più l'anima cerca di essere umile e più lo l'arricchisco di cognizioni, di lumi e di spinte al bene, da renderla sapientissima, fosse anche incolta per na­tura e per istruzione.
Più vi ritenete per nulla e più lo vi innalzo. Sono come il sole che va in cerca della goccia d'acqua per elevarla, qua­si per assorbirla in sé.
Ti piace essere innalzata in Cielo? Abbassati, mentre vivi su questa terra. Più sarai vuota di orgoglio, del pensiero di te stessa e più, come piuma leggera, potrai essere trasportata dal vento della grazia e raggiungere il mio trono.
Tutte le virtù dipendono dall'umiltà. Le mie grazie le tim­bro tutte con l'umiltà, perché le strade che non sono lastrica­te da essa non sono né sicure né durevoli, a causa della vo­stra incostanza nel corrispondermi.
Lasciatevi lavorare dalla grazia dell'umiltà: è la vostra sal­vezza, come per il naufrago l'asse che lo tiene a galla. All'a­nima che vive nascosta in Me procuro consolazioni sorpren­denti; quasi mai si trovano nel tumulto del mondo.

L'umiltà eleva

L'umiltà è efficace contro tutti i mali spirituali che altera­no e distruggono la pace. Fatti un impegno di praticarla, così non soffrirai più dei contrasti: le tentazioni di ribellarti sa­ranno meno violente quando sarai contrariata, non curata, di­menticata. Nella mia Passione quali riguardi, quali attenzio­ni e cortesie mi hanno usato?
L'umiltà vera eleva l'anima e le dà una forza e insieme una leggerezza, che la solleva, verso il mio Cuore, con volo rapido e sicuro. L'amore mette le ali e l'umiltà le rende agili e quasi trasparenti.
Quando un'anima è ricca di questa virtù, è sicura di con­quistare il Cielo e anche la terra, perché la sua potenza, che è la mia Onnipotenza, si estende dappertutto.
La bellezza di un'anima umile non trova paragoni. E voi non potete essere umili senza la mia grazia, perché la su­perbia in voi è tanto radicata da sembrare quasi inespugna­bile.
Senza gli esempi della mia vita terrena non l'avreste mai capita come è realmente; e anche avendo davanti i miei esem­pi, quanta difficoltà, quanta impotenza constatate...
L'umiltà è contraria tanto alla vostra natura, quanto la su­perbia è contraria alla mia. La vostra natura ambisce e tende al rumore, all'apparenza: la vita nascosta vi sembra uggiosa. Siete impastati di orgoglio, e il primo peccato dei vostri pro­genitori è stato appunto questo.
E proprio una sciocchezza la superbia! Siete meno che niente, e quali pretese mi potete addurre? In un attimo potrei farvi ritornare nel nulla: tutto dovete a Me.
Che assurdità commettete con l'insuperbirvi, mentre l'u­miltà vi darebbe diritto a tutto il mio amore!
Togli la superbia, e tutto sarà pace e calma nel tuo inter­no. È la superbia che sconvolge le buone disposizioni, rove­scia i tuoi propositi e mette tutto in rivoluzione. Strappa que­sta erbaccia e allora l'erba buona potrà crescere indisturbata. L'amore mio è nemico acerrimo della superbia e non si pos­sono avvicinare in nessun modo.
Pensaci bene: l'unico mezzo per mantenerti in Me è che ti spogli della superbia, scendendo fino all'ultimo gradino. Le radici della superbia sono molto profonde: ci vorrà sfor­zo e costanza.

La tessera di riconoscimento

Non perderti d'animo! Fidati più della mia grazia, che della conoscenza di te stessa che ti potrebbe indurre allo scorag­giamento. Non stupirti e non badare ai pensieri di superbia che non vuoi.
La superbia bisogna ammansirla come fosse una belva fe­roce: occorre non darle retta e sopportarla con calma. Que­st'atto di umiltà nel soffrire i suoi assalti, ti prepara ad essere più forte in altre battaglie e ti conserva la pace del cuore.
Lavora, impegnati per acquistare l'umiltà. Lavora - co­me direste voi - a cottimo; più acquisterai in verità ed umil­tà e più sarai contenta.
Lavora a mettere radici salde all'umiltà nell'anima tua: quanto più queste saranno profonde, meno pericolo vi sarà che siano divelte dalle tentazioni.
Anche se solo prima di morire dovessi vedere spuntare, appena fuor di terra, le piantine dell'umiltà vera, tu puoi es­sere contenta.
Ricordati che se vuoi piacermi, devi essere umile; se vuoi piacermi molto, devi essere umilissima. L'umiltà è la tessera di riconoscimento che dà accesso al mio Cuore.
Non distogliere mai lo sguardo dalla tua bassezza, affin­ché in tutte le occasioni, ben fortificata dall'umiltà, ti riesca più facile eseguire la mia volontà.
L'umiltà vera tiene in perfetto equilibrio la volontà, la mente e il cuore, e così si cammina armoniosamente bene nella via del mio santo volere.
Non ti occorre grande scienza per conoscere la tua nulli­tà; e, dopo aver fatto questa constatazione, mantieniti umile al mio cospetto e nel convivere col tuo prossimo.
Metti il tuo giudizio sotto i piedi di tutti, affinché, facen­do tacere sempre il tuo orgoglio, tu possa esercitare la per­fetta umiltà e ti sia più facile la sottomissione.
Se tu comprendessi quanto mi compiaccio dell'anima umi­le, ciò basterebbe perché ti industriassi ad avere umiltà al mas­simo grado.
Questa virtù, che mi ha attirato in vita e mi scelsi per com­pagna indivisibile, adesso (sebbene lo sia glorioso nella mia Maestà divina), la cerco, la amo e la premio in quelle anime che maggiormente la posseggono.
Pregami per acquistarla; ne hai tanto bisogno e desidero proprio vederti ornata di essa, per poterti amare e beneficare di più.
Abbi la santa frenesia di diventare umilissima. Umiliati! Cercane le occasioni; prendi tutte quelle che si presentano. Taci sempre, non ti scusare mai; sopporta pazien­temente tutto. Sii umile nel riconoscere tu stessa i tuoi difet­ti, nel non scusarli presso altri. Sii umile nella costanza a sem­pre ricominciare da capo con buona volontà e con intenso amore per Me.
Godi di essere dopo le altre, e godi di essere da meno delle altre e di venire considerata tale. Sii contenta di sentirti inte­riormente annientata. Accetta, senza scomporti, di venire vi­lipesa.

Grande obbedienza

Io non ho mai cercato di comparire e di comandare; vi ho sempre dato l'esempio di grande obbedienza. Cerca di stare soggetta anche tu.
Non voler essere neppure il piedestallo di una bella sta­tua, perché se fosse artistico, sarebbe tenuto anch'esso in considerazione e apprezzato. Sii piuttosto come il pavimento che sta di sotto, che nessuno vede e potrebbe essere di qualunque materia.
Mi incarico poi Io di dare valore a questo volontario na­scondimento e a renderlo prezioso. Vale più un atto di puro amore, che tutte le cariche e gli onori di questo mondo...
Fa' conto di essere come scomparsa, di non esistere più; e allora non ti farà pena se sei dimenticata, posposta ad altre persone e tenuta per niente.
Sii silenziosa, unita a Me, e nulla ti mancherà per essere felice con il tuo Gesù. Non v'è riposo, né dolcezza né soddi­sfazione più completa dell'esercizio della vera umiltà.
Taci sempre quando ti accorgi che il tuo interno è scon­volto. Le tue malinconie sono prodotte dal tuo amor proprio. Che tu ne senta le punture, è naturale; ma Io vorrei che subi­to ricorressi a Me, facendomi dono dell'umiliazione subita e della confusione che ne è derivata.
L'umiliazione accettata fa sempre bene! Tiene in equili­brio lo spirito e toglie le vertigini alla superbia. Accetta le umiliazioni come permesse dalla mia mano paterna, e credi­mi che ti sono più vantaggiose che non le lodi e le carezze.
Capisco come sia altéra la vostra natura. È ben per que­sto che Io vi apprezzo tanto quando sapete umiliarvi. L'umiltà è il midollo della vostra personalità. Con essa rinunciate alla vostra orgogliosa indifferenza per consacrar­vi a Me.
La tua santità deve essere un tessuto di atti umili, senza appariscenza esteriore. Sarà un lavoro conosciuto e apprez­zato da Me, anima cara, che ti farà sempre più bella agli oc­chi miei e gradita alla Madonna.
Così, al riparo dell'amor proprio, diventerai padrona di una miniera di grazie per te e per il tuo prossimo, senza che nessuno se ne avveda.
Ecco il tuo ideale: vivere nascosta nel mio Cuore; che nes­suno ti veda, né sappia cosa farne di te.
La vera e soda pietà si trova soltanto nel nascondimento voluto e cercato con saggezza e rettitudine di cuore.

Saresti al tuo posto

Non aver paura di abbassarti, perché non ti abbasserai mai come ho fatto Io. Anche se tu ti ritenessi la più povera, la più misera, non saresti in realtà che al tuo posto. Ma, come una perla preziosa, anche se prima coperta di fango, una vol­ta scoperta può venir apprezzata e tenuta in gran conto, così Io ti trarrò dalla polvere e ti innalzerò. Se vuoi essere la pre­ferita, sii la più umile.
So che ti fa pena mortificare te stessa, ma lavora con pa­zienza. Anche nell'attendere la mia grazia ci vuole umiltà e pazienza.
L'anima non deve pretenderla come un diritto; è un mio dono e, nella mia giustizia, sono già larghissimo nell'offrirla. Tuttavia bisogna pregarmi e attendere il giorno e l'ora che voglio Io. II pretenderla sarebbe già superbia. Devo e voglio essere pregato, per la gloria che mi date e per il bene che vi arrecate con la vostra confidente invocazione.
Anche per il tuo progresso spirituale ti conviene non ve­dere nulla. Ti serva il pensiero della tua grande miseria, per­ché ti tiene umile, più unita a Me.
Abbi pazienza anche con te stessa; non potrai fare più passi di quelli che Io dispongo. Non piangere e non adirarti con te stessa, che sarebbe anch'esso segno di orgoglio ferito.
Non posso farti correre subito nella virtù dell'umiltà per­ché sei troppo debole in questo punto. È necessario che lo ti faccia fare soltanto dei piccoli passi per volta.
Sei ancora troppo umana per subire all'istante una trasfor­mazione divina. A questo appunto tendo lo: farti conoscere quello che sei, per divenire, con la mia grazia, quello che ancora non sei.

Nella tua miseria

Ti lascio così miserabile, perché non hai sufficiente umil­tà. La consapevolezza del molto bene che fai, non essendo pari l'umiltà, non ti lascerebbe stare in piedi. Allora che fac­cio? Ti lascio nella tua miseria, finché il tuo criterio, divenu­to più equilibrato, possa guardare con quasi compassione i tuoi piccoli atti di virtù. Nella coscienza che nulla saresti ca­pace di fare senza di Me, giungerai ad essere inquadrata nel­l'umiltà, perché tutto il bene deriva dalla mia bontà e condi­scendenza.
Allora ti farò correre veloce, ti farò volare nella san­tità. Adesso, per le vertigini causate dal tuo stragrande amor proprio, potresti cadere nei precipizi della più raffinata su­perbia.
Getta le tue miserie nel fuoco del mio Cuore divino. lo rimedierò sempre a tutto. La tua deficienza la compa­tisco tanto; anzi mi interessa proprio e cerco Io di portarvi un rimedio.
Se non hai altre pene, accetta questa di vederti sempre tanto miserabile e tientila in pace. Guai se non l'avessi: ti credere­sti qualcosa e allora.. addio umiltà e santità!
Io adatto sempre, nelle anime di buona volontà, i progres­si spirituali alle loro forze morali, ossia al fondamento dell'umiltà. In un momento, se voglio, posso farti ricca di virtù e di meriti.
Rivolgiti alla nostra Santissima Madre, perché ti dia un po' della sua umiltà, vera e profondissima. Essa mi attirò più con l'umiltà che con la verginità».

AMORE E CONFIDENZA

Il fiore dell'umiltà

«La confidenza in Dio fa camminare velocemente l'ani­ma, più che qualunque altra via. Se si confida è segno che si è umili. L'anima confidente non cerca che Me e lo, così cercato, non posso fare a meno di concentrare i miei raggi d'amore su di essa.
La confidenza supera l'umiltà, o meglio, è il fiore di es­sa, perché fa risaltare il mio amore e la mia bontà.
Tu con l'umiltà potresti rimanere prostrata, senza osar al­zare il capo verso di Me; invece con la confidenza filiale mi adori, umiliata sì, ma poi ti rialzi animosa e pronta a servir­mi con alacrità di animo e di cuore.
Confida, confida sempre, e vedrai che questa virtù ti da­rà le ali per volare nella perfezione, ti sarà fuoco e forza nel­le occasioni.
La mia misericordia anche verso di te, è infinita. Per tutti l'ho usata e la uso. Piangili pure i tuoi peccati, ma poi dam­meli confidenzialmente: Io sono sempre pronto a cancellarli.
È immenso il piacere che provo nel fare questo cambio: ricevo nefandezze, accompagnate dalla sincerità del pentimen­to, e Io ritorno splendore e bellezza alle anime, e le rimando tutte consolate.
Che strano e meraviglioso commercio tra il Cielo e la terra: voi tornate a riportarmi le vostre miserie e Io continuo a risa­narvi!
Vorrei che tutti i peccatori tornassero al mio Cuore! Quelli rimasti più ingolfati nella colpa li coprirei di ineffabili tene­rezze.
Nessuno deve dubitare della mia misericordiosa bontà, perché, se vi immergo nel mio Sangue, potete ritornare al primitivo candore.
La mia Misericordia non abbandona nessuno, neppure i peccatori più ostinati, ma li segue con insistenza e instanca­bile amore. Io non disprezzo nessuno, perché sono Dio e tut­ti sono miei figli.

Io perdono e dimentico

Ah, se i peccatori conoscessero la mia divina bontà, non esiterebbero un momento a ricorrere a Me, specialmente quan­do i loro peccati non fossero compiuti con fredda malizia.
Per un vostro sospiro d'amore per Me, lo perdono e di­mentico una lunga catena di manchevolezze che la vostra fra­gilità vi fa commettere.
Se tutti gli uomini, dopo una colpa, mi chiedessero per­dono e soccorso, lo farei già della terra un Paradiso. È la ma­lizia e la protervia dopo il peccato che Mi paralizza e Mi co­stringe ad essere giudice severo.
Gettati nelle braccia della mia misericordia con la massi­ma confidenza: Io aggiusto tutto bene. Sono il buon Pastore oggi, come lo ero ieri e come lo sarò domani.
Anzi: è quando sbandate e vi sperdete, che vado in cerca per ricondurvi all'ovile. Ritorna fra le mie braccia pentita, e sarai sempre accolta paternamente!
Se devo fare da mediatore, bisogna ben che vi sia una causa da perorare. Se il tuo cuore non dà che frutti acerbi o cattivi, dammeli lo stesso. Essendo roba esclusivamente tua, ne sen­to compassione, anzi l'accetto e la gradisco.
Un medico non guarda se l'ammalato ha delle belle quali­tà, ma soltanto bada a quello che richiede da lui. Così lo non cerco nell'anima che il modo di guarirla. lo sono il migliore dei medici perché, se voglio, posso risanare.
lo sono sempre vicino all'anima tribolata; sono materna­mente premuroso per chi sa di essere malato, e sono il rifu­gio del reietto e dell'abbandonato.
Se le creature mi conoscessero come sono, mi amerebbe­ro davvero di vero cuore e con tutta l'anima loro. È l'igno­ranza che tiene indietro l'amore.
Amami, credi al mio amore per te e per tutte le creature uscite dalle mani onnipotenti del vostro Dio. lo sono felice in Cielo: eppure mi fate compassione, mi occupo di voi e vi amo tanto.
Se sapeste come sto sempre, con l'orecchio della mia mi­sericordiosa bontà, proteso per accorrere subito, appena mi desiderate! Appena cercate, volo a soddisfare ogni vostro pos­sibile desiderio.
Ma ben pochi mi trattano confidenzialmente. Sono molto rare le anime che confidano in Me con quella pienezza di fe­de, che sforza l'onnipotente mia Volontà. Dov'è quella fede che, in tutte le vicende della vita, sa prendere saggiamente e santamente in bene quanto succede?
Per molte anime lo non sono più l'unico e vero Signore, che conosce e ha cura di ogni cosa creata. Sarei un essere passivo, che tutto vede e tutto tollera (secondo loro) con in­differenza glaciale.
Che torto mi fate pensando così! Che oltraggio al mio Di­vin Cuore, tutto premura e attenzione anche per il minimo di voi!

Imita i bambini

Impara la scienza dell'umiltà che, unita alla confidenza, obbliga il tuo Gesù a darti quello di cui hai bisogno per salire la vetta della santità. Vieni a Me confidenzialmente per qua­lunque motivo, anche con il turbamento e la rivolta interna.
Osserva e imita il comportamento dei piccini. Qualunque domanda si faccia loro, qualunque cosa li infastidisca o li turbi, subito ricorrono alla mamma. Quando hanno detto tutto, stan­no perfettamente tranquilli e non vanno da altri a confidarsi di nuovo.
Così tu, se mi confidi proprio tutto quello che ti fa soffri­re e che ti turba, il timore ti passerà subito e potrai in seguito avanzare nella virtù vera.
Io voglio, per così dire, indurre la mia infinita Sapienza a scendere fino alle tue capacità mentali, per capire quelle tue ansietà che si riducono a poco fumo, e con un soffio si dileguano. Lo farò maternamente, perché amo stare coi pic­coli e adattarmi a loro.
Sei capace di persuadere una buona mamma a distaccarsi dal suo bimbo sofferente? Orbene, tutto l'affetto filiale delle più tenere madri terrene potrebbe sembrare un nulla se para­gonato alle mie previdenti sollecitudini.
Perché compatisco le tue mancanze? Perché ti amo e non so resistere al dolore che ne provi, se ti rivolgi confidenzial­mente a Me, implorando perdono e aiuto. Il vostro sguardo, quando giunge al mio Cuore, è capace di scuoterlo tutto.
È necessario che tu rinunzi ai pensieri tristi e pessimisti, che ti fanno perdere la testa. Mi obblighi a star lontano, per­ché nei rumori della diffidenza e nel chiasso dei pensieri che ti mettono paura non mi piace rimanere. No! Non devi pen­sare più al tuo passato, se non per umiliarti quando la super­bia facesse capolino. Se non abbandono i peccatori che mi odiano e mi fuggono, vuoi che abbandoni chi continuamente mi cerca e del quale sono l'unico amore?
Se ho dato tutto il mio sangue e la mia vita anche per mi­lioni e milioni di anime che non ne avrebbero usufruito, pen­sa quanto sono propenso all'indulgenza per quelli che corri­spondono, anche zoppicando!
Sono, anima a me consacrata, il tuo Sposo divino, l'uni­co che ti conosce a fondo e sa fare la tara alla tua miseria.

Pazienza con te stessa

Segui le mie divine impronte, momento per momento, sen­za affannarti, con tutta calma, e sopporta intanto con grande umiltà le tue continue cadute.
Anche un artista, prima di riuscire in un grande capola­voro, fa e disfa molte volte. Solo se continua, senza perdersi d'animo, vi riesce pienamente. La santificazione dell'anima vostra segue a molte cadute: è frutto di grandi fatiche.
La via del Paradiso è lastricata di cadute: ogni pietra è segnata dall'umiltà e dal dolore di ogni caduta. La tua norma sia di non scoraggiarti alla vista delle innumerevoli tue mise­rie, di aver pazienza con te stessa. Cerca sempre di fare e di camminare nello stesso modo, senza mai fermarti in ri­flessioni inutili su quel tuo miserabile io.
Riconosci i miei strattagemmi nel farti toccar con mano a che punto ti trovi e la necessità della confidenza che devi mettere in Me, attendendo tutto da Me.
Sono estremamente compassionevole per le anime vostre.
Mi curo anche del vostro corpo; ma, trattandosi qui di pro­blemi e sofferenze materiali e passeggere, le mie preferenze sono rivolte al vostro spirito. Non temere di confidare in Me.
Un ricco signore che va in cerca di rifugio in una stalla, non può attendersi da quei contadini che povertà estrema: ma egli vi si adatta perché sa che non hanno altro di meglio. Co­sì faccio lo con te, perché ti so poverissima di tutto. Accetto nondimeno le tue offerte e il tuo amore pur così misero e fiacco.
Il vostro Gesù, purché l'amiate sinceramente, chiude gli occhi su tutto il resto. Avete da fare con un Padre tenerissi­mo e amorosissimo.
Sono il buon Samaritano e ho vino e olio per tutte le feri­te. No, non sono un tiranno: sono un Padre pietoso che com­prende le vostre fragilità.
La miseria che cosa può possedere? Ma la miseria con l'umiltà e la confidenza può, presso l'infinita mia bontà e ric­chezza, essere abbondantemente soccorsa. Io sono la Via, la Verità e la Vita; perciò le anime che mi sanno seguire, vede­re e amare non tardo tanto a illuminarle e a dar loro la vita interiore.

Non dubitare mai

Tienti pure in umiltà alla mia presenza, ma non sia di­sgiunta la filiale confidenza e la speranza volonterosa di mi­gliorare.
Il tuo stato è penoso, lo so, ma ti è pur necessario e serve ai miei fini misericordiosi. Se l'amor proprio riceve qualche sferzata riconosce meglio la sua miseria e per un po' di tem­po non osa più alzare la testa.
Invece di lasciarti abbattere, riproponi ancora di compor­tarti bene per l'occasione prossima, confidando in Me e nel­la mia grazia. Ricomincia da capo, ricomincia sempre! Ho pazienza con tutte le anime, ne ho anche con te.
Non dubitare mai di me e non aver paura di me dopo una colpa. Io sono così: dove non c'è volontà decisa di fare il male, perdono subito e non cesso di amarla tanto quell'anima. Tol­lero tutto, purché Mi amiate.
Va avanti con generosità, nonostante le tue involontarie cadute: Io rivesto la tua anima della finezza nel mio divino servizio: voglio comunicare la delicatezza dei Santi a mio ri­guardo, che li faceva dimenticare se stessi, per non scostarsi dal pensare a Me.
Allora l'amor proprio scompare e vi divampa il mio amo­re; e così tutte le tue pene svaniscono, anche se capisci di non servirmi con sufficiente fedeltà, e il cuor rimane libero e felicissimo.
Fatti con l'umile giudizio su te stessa un bel turibolo, get­taci le tue colpe e accendile con tutti i tuoi desideri di bene: il fumo aromatico del tuo pentimento sarà gradito al mio Cuore Divino.
Tutta la serie dei tuoi innumerevoli difetti bruciali nel fuo­co del mio amore. Ti ripeto: non amarli, i tuoi difetti, com­battili, piangili! Ma non diffidare di Me...
Chi mi porta più miserie, più debolezze e peccati da bru­ciare, se mosso però dalla sincera contrizione e dall'umiltà, viene accolto da Me come se conducesse un carro carico di gioielli preziosissimi.
Le mancanze, se sono frutto di disattenzione e di fragili­tà, non sono da paragonarsi a una sola colpa commessa con malizia avvertita. Perciò per te, che sempre sei carica di de­bolezze, voglio avere un'indulgenza speciale. Cadi mentre non vuoi cadere, poi piangi e intenerisci subito il mio Cuore divi­no, che è tutto bontà.

La pace innanzitutto

Fatti un po' di coraggio, anima cara, e non ripiegare tan­to su te stessa, comunque tu sia. Non importa che sia grande la tua miseria, se è grande anche la tua buona volontà.
Ogni pensiero che ti turba, scaccialo risolutamente e rea­gisci con un pensiero buono. Il turbamento è il fumo della superbia. Sia consolazione per te il far morire subito, per mio amore, qualunque artificio dell'amor proprio.
La pace è la prima cosa che vi ho augurato nella notte del mio Natale, perché è indispensabile per il benessere dell'ani­ma. Fatti animo, amami tanto, anche se ti sembra che sia un amore che non valga nulla.
Io lo gradisco così e lo desidero tanto. Lo sai che Io non faccio preferenze di persone; chiunque mi cerca, con purità d'intenzione, mi trova, anche se avesse trascorso una vita di peccati e di infedeltà. Concesso il perdono, dopo una buona confessione, l'anima ritorna nell'innocenza.
Offrimi la sofferenza che provi nell'essere tentata e nel­ sentirti tanto miserabile, a salvezza dei peccatori che non han­no il più piccolo rimorso e, benché adagiati sull'orlo di una possibile eterna dannazione, vivono tranquilli.
Le aridità e le apparenti apatie del tuo animo non indi­spongono il mio amore verso di te; anzi mi animano a starti doppiamente vicino, per essere pronto a ogni tuo pericolo di cadere e di raffreddare il nostro amore.
Non turbarti quando le forti tentazioni sembrano macchiare la coscienza e allontanarti da Me, con i loro insistenti assalti.
Non tutti i movimenti interni sono da te voluti e quindi non costituiscono peccato.
È la battaglia del cristiano, che decide del suo valore in­trinseco. Io sono sempre vicino all'anima combattente. La­scio sola soltanto l'anima superba che crede di non aver bi­sogno di Me.
All'anima debole, ondulante per infermità fisica o mora­le, non rifiuto i miei soccorsi. Un solo sguardo di implora­zione mi fa essere premuroso medico di tutte le sue debolez­ze. Me lo cerco Io questo ufficio di pietoso infermiere; rin­grazio quelle anime che ricorrono prontamente a Me.

Offri tutto a Me

Prenditi con pazienza; non stupirti se le tue pretese fanno ancora breccia sulla tua sensibilità. Offri tutto a Me, vittorie e sconfitte, con umile confidenza, anche lacrime che l'amor proprio fa uscire per forza dai tuoi occhi.
Tutto, tutto portami con ugual amore. Pagherò il tuo fati­coso lavoro con un bel Paradiso. A Me bastano pochi minuti per edificare. Non inquietarti di nulla; devi soltanto darmi le redini del tuo cuore e della tua volontà.
Io ho tante vie e tante scorciatoie misteriose per guidare le anime. La mia Sapienza infinita fa diventar oro purissimo le più rozze pietre. Va avanti con confidenza.
Io ti amo così, anche coperta, come sei continuamente, di stracci, purché siano puliti e rattoppati: voglio dire che non ci sia in te noncuranza, o volontaria malizia; deve essere sem­pre tua premura ristabilirti nell'integrità del vestito.
Io ti aiuterò sempre! Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori. È patrimonio mio il peccatore; me lo sono com­prato con tutto il mio Sangue Divino.
Confida in Me, pregami intensamente, ma poi stai tran­quilla. Il mio Cuore non avrebbe bisogno di essere pregato tanto, perché vede e conosce tutto e vuole esaudirvi. A misu­ra però della vostra confidenza, voi ottenete i favori. Oh, la confidenza è la calamita spirituale! Mantienila salda nel tuo cuore: è la bussola che ti serve nel viaggio della vita.
Raccomandati tanto anche alla Madre e Sede della Divina Sapienza. Manderà luce vivida su di te: ti farà vedere bene la tua miseria e il modo di arricchirti. Essa è la Madre della Misericordia e ne userà su di te con maggior larghezza».

AMORE E ABBANDONO

La santa volontà di Dio

«L'accettare volentieri la mia Divina Volontà fa imman­cabilmente diventare santi. Che cosa di più bello e consolan­te per un figlio o per una figlia, che l'accontentare il padre e la madre? Come essi sono grati della loro obbedienza e lar­gheggiano in premi, così mi comporto Io con l'anima arren­devole alle mie divine disposizioni.
Nella mia casetta di Nazaret è stata compiuta perfettamente la santa volontà di Dio. Per questo è stata la Casa più santa di tutte le generazioni.
Conosci la sapienza di questa Divina Volontà? Essa sola è la chiave, il segreto della santità. Mentre costituisce un ri­poso e una consolazione, è un aiuto così grande per l'anima che vi si abbandona, che la rende quasi inespugnabile a qua­lunque suo nemico.
Quando tu saprai bene questo, non avrai più bisogno di nulla, perché sarai instradata nella via maestra della santità. Non potrai sbagliare né retrocedere.
Se tu avessi già capito il vantaggio della sottomissione al­la mia Divina Volontà, se avessi creduto e sperato confiden­zialmente in Me, a quest'ora saresti già in cima alla perfe­zione. Mettiti con serio impegno: getta sotto i piedi l'amor proprio che ti rovina l'edificio della santità.
Se ti chiedessi fatiche speciali... invece ti chiedo solo la morte morale, ossia la santa indifferenza nelle occasioni e cir­costanze così varie della vita.
Il figurino delle sarte non si muove, non si gonfia; tanto è fermo quando è spogliato, come è tranquillo quando è ve­stito sfarzosamente. Fa' così anche tu. Prendi tutto in bene da Me: sia che ti accarezzi, sia che ti umilii: perché prima di farti questi regali, Io li peso, vi penso e vi calcolo sopra.
Non le lavoro a caso le anime e, prima di iniziare la col­tura, la mia Sapienza provvede a tutto. Adagiati tranquilla­mente e serenamente al mio beneplacito, di nulla preoccupa­ta se non di amarmi e di piacermi.

Le piccole virtù

Sforzati di praticare le piccole virtù inerenti alla vera in­fanzia spirituale. Prestati al mio lavoro con umile condiscen­denza. Sii contenta del come ti tratto, come il bimbo, che dà la mano al papà, si ferma o cammina con lui.
L'accettazione della Volontà mia, se ben capita e pratica­ta, è l'essenza della confidenza in Me. È amore pratico, por­tato al grado di confidenza e obbedienza filiale che occorre per essere veri miei figli, come Io fui e sono obbediente ver­so l'Eterno mio Padre.
Fatti anima generosa che, comprendendo la sua incapaci­tà, tutto spera da Me con fermezza di amor filiale. Esci da te stessa: sono troppo piccine e grette le tue idee.
Ama il tuo Gesù che non ti abbandona un solo istante, e tutte le sue ansie sono per l'anima tua. Dimentica anche tu ogni cosa per inabissarti in Me.
Non inquietarti per nulla di quanto succede intorno a te, ma in tutto cerca di riconoscere la mia volontà, anche se spia­cevole secondo le vostre vedute.
Non è l'occupazione, non è il posto che fa i Santi: è lo spirito tutto mio, è l'unione completa con Me! Colui che si fida di Me passa di sorpresa in sorpresa vedendo gli eventi guidati da Me con paterna provvidenza.
Tu hai il grave difetto di credere che tutto quanto ti suc­cede di contrario, sia quasi per castigo. È vero che lo potrei darti soddisfazioni, invece faccio il contrario; ma ciò non vuol dire che sia esclusivamente per castigo. Se trovo resistenza persino nelle persone a Me consacrate, dove troverò adesio­ne, sottomissione, desiderio di obbedienza in tutti gli altri? Tutti sono capaci di amarmi nella dolcezza e quando tutto va a seconda dei loro desideri...
Appoggiati, spera, credi in Me, Bontà infinita. Niente, posso compiere unicamente per far soffrire. Il mio Cuore non solo è buono ma infinitamente cortese. Io vado al sommo gra­do di quanto è necessario all'anima tua per esserti di insola­zione e di aiuto.
Sii proprio tranquilla e non soltanto a parole! Quando il capo di famiglia ama e sorveglia, nulla può accadere di male ai suoi figli.
Un occhio attento e vigile vale più di cento altri che guar­dano con indifferenza. Pensa sempre alla divina bontà del mio occhio onniveggente; riposa una buona volta in Me, con estre­ma confidenza.

Posso quello che voglio

Cosa diresti di un bimbo che, sorretto dalla mamma, con­tinuamente piagnucolasse dicendo: "Sto nelle tue braccia, ma tu potresti aprirle e lasciarmi cadere?". È vera confidenza questa? Così tu, invece di diffidare solo di te stessa, diffidi anche di Me.
Quando sarai tutta abbandonata a Me, rimpiangerai i tempi in cui eri lontana da Me e non capivi la sapienza e il comple­to godimento di un'anima che si fida di Me. Equivale al Pa­radiso, ove sarete sicure, perché vi vedrete circondate dalla immensità della mia bontà onnipotente.
Mi fai un torto a non abbandonarti interamente a Me. La creatura sì che è limitata e, pur volendolo, certe cose non le può evitare; ma non è limitata l'onnipotenza mia, che può tutto quello che vuole, e vuole tutto il vostro bene.
Riduci in cenere quanto vi è in te di umano, spiritualiz­zandoti completamente. Lasciati lavorare, non mettendo osta­coli alla mia grazia, all'impeto gagliardo del mio ardente amore.
Sii contenta di morire a tutto quello che non è il tuo Ge­sù, legato a Lui e al suo amore. Non piangere se devo darti dei tagli per innestarti in Me, se devo troncare e sfrondare qualche ramo che non ti rende abbastanza bella.
Quando uno possiede una casa, l'aggiusta secondo i suoi gusti e desideri. Faccio anch'Io così col tuo cuore. Lo voglio mia degna abitazione e, siccome tu non sei capace a niente, faccio Io l'operaio e il decoratore.
Tu sta' solo nella condizione di lasciarti fare tutto quello che voglio lo. Perciò se ti pungo coi chiodini, se ti scalpello e se ti sego, siccome è per abbellirti, non ti muovere, non gridare: credi fermamente che il tuo Gesù lavora non per farti soffrire, ma per renderti sua abitazione meno indegna pos­sibile.

Perfettamente tranquilla

Il vaso di creta, o d'altro, essendo inanimato non può de­siderare nulla: né di rimanere vuoto, né di essere riempito.
Così tu, mettendoti liberamente nelle mie mani, devi con la massima fiducia abbandonarti alle mie divine disposizioni. Trasforma il tuo essere spirituale in un atto continuo di amo­re e vuotati. Poi sta perfettamente tranquilla: dal canto tuo sei a posto; a te penserò Io, non temere. Tu, volendo fare, vuotare o riempire, ti affaccendi inutilmente, a tuo discapi­to. Io lavoro, pur essendo immobile, con alacrità.
Anche riguardo alla santità devi crescere come voglio Io. Cosa vuoi indagare se corrispondi o no, se hai virtù o ne sei priva?
Va' avanti con semplicità di pensiero e di cuore, abban­donata in Me! Col mio aiuto potrai tutto!
Prima devi fare un lungo tirocinio per persuaderti che con le sole tue forze non vi giungerai mai. Umiliati, senza sco­raggiarti.
Qualunque bambino è più sapiente di te: vedendosi debo­le e impotente a camminare, si aggrappa a tutto quello che può aiutarlo; quando poi è sorretto dalla mamma, allora è pro­prio sicuro. Puoi ben imitarlo col confidare in Me e in Ma­ria, che ha l'estrema tenerezza delle madri.
Io amo il cuore umile e semplice, che si lascia condurre senza la minima difficoltà. Ci sono creature sempre contente del come le tratto.
Voi trovate bello non quello che è bello, ma quello che vi piace. Così a Me piace la tua miseria, il tuo nulla e la tua incapacità. In te ho un lavoro assicurato: di sapienza, di bon­tà e di misericordia.
Qual felice abbandono per l'anima tua! Non hai più nulla da pensare, tranne che assecondare l'impulso della grazia e rimanere attenta sotto il mio assiduo lavoro. Il successo della tua costante sottomissione sarà efficace e duraturo.

Secondo le capacità

Sono l'agricoltore delle anime e ne ho somma cura. Non ho bisogno di aiuto da parte di nessuno: chiedo soltanto che il terreno mi sia offerto spontaneamente e non me lo si ritiri più.
Non chiedo neppure retribuzioni: mi basta che l'anima sia attenta al mio lavoro ed eseguisca quello che le assegno, gior­no per giorno.
Secondo la capacità delle anime, Io dò a chi le ali, a chi la velocità nella corsa spirituale, a chi invece procuro un passo normale ma continuo.
La lentezza tua e le tue incomprensioni non intralciano il mio progressivo lavoro in te. È meglio stare al piano infe­riore, che al superiore, soffrendo le vertigini.
È vero che potrei portarti e così farti fare passi da gigan­te, ma questi sarebbero miei, non tuoi. Preferisco fare come un papà, quando insegna al bimbo a camminare: si adatta al passo del piccino, aiutandolo, chinandosi con disagio a soc­correrlo.
Un operaio, quando gli si dà un oggetto del suo mestiere da rifare, trova lui stesso i difetti e capisce quello che vi man­ca. Così Io, quando l'anima sinceramente si mette a mia di­sposizione affinché la corregga e santifichi, mi accingo subi­to a farlo con perizia e sapiente amore.
Il lavoro della mia grazia è meraviglioso; se lo poteste ca­pire, perdereste il sonno per riconoscenza e ammirazione. Nessun giardiniere appassionato cura tanto il suo fiore prediletto, come Io amorevolmente mi adopero per ogni anima.
Non ti preoccupare di nulla, come di nulla si preoccupa­no le piante e i fiori. Le creature sono ai miei ordini e nulla avviene senza la mia preveggente sapienza, nulla che non sia frutto di un mio atto d'amore.
Una madre non può scrutare continuamente e compren­dere sempre il cuore di tutti i suoi figli. Io invece comprendo tutto e arrivo a tutto.
Fidati di Me anche nelle minime cose e non tarderai a giun­gere a quella confidenza filiale, a quella libertà di spirito, a quella tranquillità che costituisce il vero riposo dell'anima santa.
Desìderi percorrere la piccola via d'amore, della piccola e grande Teresa, e sei ancora tutta preoccupazioni, pensieri e ansietà. Sei come una canna che basta il minimo urto ad agitarla e scuoterla.
Ti manca quell'amore tetragono a tutte le vicissitudini, che nulla può diminuire o distruggere. Fatti piccola al mio co­spetto, umilissima e semplicissima. Abbi fede: quella fede fer­ma e soave che non ha nessuna angolosità: ossia vittoriosa sul giudizio umano.

Lavoro silenzioso

Il mio lavoro nelle anime è calmo, silenzioso, continuato e non riposa un momento. Osserva la mia costante attitudine al lavoro nella casetta di Nazaret: in un attimo potevo crea­re, o fare qualsiasi genere di lavoro. Invece, come fossi un artigiano imperfetto, mettevo tutto il tempo dovuto per ognuno di essi.
Pensa quanta bontà d'amore impiego nelle anime per ri­durle, anche con vostra fatica, come le voglio Io.
Ho più soddisfazione e ho più caro lavorarti a poco a po­co e vedere i frutti del mio lavoro, che operare tutto a un tratto per mezzo della mia Onnipotenza. Anche per te è meglio, per­ché l'umiltà, base della santità, dev'essere più fatica vostra che mia.
Sono più contento di un tuo passo al giorno, che se faces­si tanta strada e poi ti arrestassi sfiduciata.
Lasciati condurre dalla mia mano divina. Spogliati di te stessa completamente, senza paura. Lasciati maneggiare da Me come pasta ben lavorata, che si presta a tutte le forme.
Lo sai che nessuno ti conosce meglio di Me, nessuno ti ama e ti compatisce più di Me. Fidati di Me: è la più bella prova di amore che puoi dare al tuo Dio.
Quando voi vi riposate confidenzialmente sul mio cuore, con perfetto abbandono, Io sono felice di una felicità paterna e materna, invidiabile se fosse possibile dagli Angeli e dai Santi del Paradiso, che pur godono perfetta felicità.
A voi costa tanto questo abbandono, mentre sarebbe uno stato di vera beatitudine. Avete la felicità nelle vostre mani e vi perdete dietro a delle larve...
Raccomandati alla Madonna. Essa è stata innalzata e no­bilitata con la Divina Maternità, ma in tutto fu come voi e, pur senza peccato, conosce i difetti inerenti ai figli e alle fi­glie di Eva. La sua esperienza supera tutte le cognizioni de­cantate dalla "donna forte" descritta nella Bibbia. Io non vo­glio far nulla senza di Lei. Anche tu fa così».

AMORE E SACRIFICIO

Sulla via del Calvario

«Vuoi incominciare davvero la vita d'amore? Devi pre­pararti perciò anche alla vita di sacrificio, perché l'amore de­v'essere alimentato con esso, che forma il combustibile per mantenere accesa la fiamma dell'amore.
Sei disposta ai miei tagli amorosi, allo spargimento del sangue vivo del cuore, senza più quelle tappe di sfiducia, di timore, che poco si addicono a un'anima sposa del Crocifisso?
L'amore ha pure le sue gradazioni; e se per guadagnare una cima bisogna faticare a salire, è pur necessario a chi vuole salire la vetta dell'amore, salire di pari passo quella del Cal­vario con la sofferenza accettata virilmente.
Ormai hai rinunziato alla Babilonia delle tue passioni, al purgatorio dei tuoi rimorsi. Ti sei inoltrata nella via dei vo­lontari della Croce: tu vuoi davvero santificarti. Entra fidu­ciosa, ma con fermo proposito di perseverarvi, anzi di au­mentare sempre più i tuoi sforzi, risoluta di essere costante nel bene.
Ti devo esercitare nella sofferenza, privandoti progressi­vamente di quanto ti fa piacere, per rendere così il tuo spirito più forte nell'amore.
Un amore languido dà risultati languidi, invece il sacrifi­cio rende forti e produce amore concreto e ardente. L'amore vive di volontarie dedizioni anche se dolorose.
Io sono e sarò sempre la prima e l'unica valida Vittima. Le anime che mi vogliono seguire, sono le mie associate, le più intime confidenti.
È sempre nel dolore che il cuore comunica all'anima con­fidente i misteri profondi che contiene: e lo ne ho tanti di do­lori occulti! A taluno sembro un volontario sofferente e mi compiangono. La loro vita gaudente indurisce il loro cuore, e non mi capiscono.
Quante persone sinceramente entusiaste trovo nella do­menica delle Palme! Ben poche però ne incontro sulla via del Calvario.
Mi acclamate Re soltanto quando Mi vedete glorioso e go­dete nelle manifestazioni clamorose, ma non mi seguite quan­do son trattato da re da burla, ossia quando vi dibattete nelle vostre sofferenze.

Panorami meravigliosi

Se vuoi essere veramente tutta mia, spogliati di tutto. È questa la prima condizione per farsi santa. I Santi hanno fat­to tutti così: vennero a Me completamente spogli e lo allora li ho lavorati e son divenuti quelle meraviglie che voi vedete.
Il puro amore e la genuina spiritualità non si ottengono che con l'assoluto distacco da tutto e da tutti.
Innalzati sopra la bassezza di questa terra, elevandoti verso il Cielo. È necessario che tu sorvoli quanto appartiene al tuo "io" e ti attacca alle cose di quaggiù.
Il minimo attacco ti può essere di inciampo fatale. Il fan­go non può sollevarsi da terra; così l'anima aderente alle ma­terialità della vita non può cibarsi che di beni grossolani.
Io invece vado apparecchiando all'anima, dimentica di tutto per seguire Me, banchetti celestiali così deliziosi, che ne resta davvero saziata.
La rinunzia a te stessa ha soltanto l'apparenza del sacrifi­cio; in seguito scopri meravigliosi panorami, che confortano l'animo più che se ascoltassi te stessa.
Medita spesso su tutto quello che ho fatto per voi in vita, e crescerà nell'anima tua la comprensione del mio amore e dei miei dolori. Non ti riuscirà difficile allora l'imitazione e la corrispondenza.
I benefici ricevuti stimolano un cuore ben fatto alla rico­noscenza. Se vuoi amarmi - e lo merito tutto il tuo amore! - me lo puoi dimostrare con i tuoi piccoli sacrifici, con le tue volontarie rinunzie, con la privazione affettuosa di tante soddisfazioni anche lecite. Come gradisco questa immolazione di te stessa!
Voglio anime mortificate, come morte al loro egoismo. Prendi le occasioni che ti mando, piega la tua testa con il ce­dere sempre, col rinnegarti sempre. Non negarmi niente, ma dammi subito quanto ti chiedo!...

Sono un Dio geloso

Il tuo Gesù è un Dio geloso. Lascio tutti nella libertà, ma chi vuole amarmi deve assoggettarsi alle mie esigenze. Sono però esigenze che finiscono per essere grazie di predilezione.
Per la strada del Calvario vi erano o anime generose o anime crudeli. Schièrati dalla parte che vuoi. Sta a te sce­gliere fra le due strade: quella del sacrificio volontario, ma sereno e dolcissimo; oppure prendi quella della libertà di tut­ti i tuoi sensi, che sembra costarti meno, ma ti allontana da Me e alla fine disgusta Me e te pure.
Vado adagio a chiederti dei sacrifici; però quando te li chiedo, siccome li accompagno con la mia grazia, devi esse­re disposta a farmeli.
Non ti chiedo grandi cose; mi adatto proprio alla tua pic­colezza, cerco proprio soltanto quello che possono portare le tue spalle; e ancora, in queste tue poche fatiche, ti faccio da Cireneo.
Se ti costa il vincere, dammi la mano. Uniti, camminere­mo speditamente e il tuo spirito si fortificherà. Non sgomen­tarti. La vita dell'uomo è una milizia.
Non bisogna che tu creda di essere liberata dalle tentazio­ni, perché ti sei messa di buona volontà a non volermi più offendere. Il combattimento è necessario sempre. Bisogna lot­tare, e sempre lottare, per andare avanti.
Tu fa la tua strada col pensiero fisso in Me, che dall'alto dei Cieli ti vedo, che nel tuo cuore abito, e supererai facil­mente le difficoltà inerenti alle prove della vita. Il saper na­vigare contro corrente denota la volontà del pilota e la sua fermezza nel voler combattere l'elemento infido.
Ti ripeto: non stupirti affatto se, sulla via che percorri, trovi ciottoli, spine e anche serpenti velenosi. Le tempeste purificano l'anima. Il grano, per essere liberato dal suo in­volucro, dev'essere vagliato ben bene.
Si apprezza di più il sole, quando da qualche giorno è ve­lato dalle nubi. Così l'anima, fortificata nei giorni di dense nubi della sofferenza, acquista maggior intensità di amore, nella umiltà.
La lotta rende più forti i muscoli dell'atleta e le tentazioni rendono robusto lo spirito, pronto ad altre battaglie più acca­nite. Il lungo stato di riposo tranquillo renderebbe l'anima quasi anemica, fiacca nelle virtù, languida nell'amore.

Benedirai le lacrime

Mi ringrazierai un giorno di queste grazie che a te posso­no sembrare crudeltà. Benedirai le lacrime versate nel dolore. Se Io non avessi sofferto la passione in modo inaudito, credilo, mi avreste amato ancor di meno, sebbene vi avessi salvato lo stesso, anche con un solo "fiat".
Io, Crocifisso, sono l'amore saliente di tutte le anime buo­ne, e tutti i sofferenti vi trovano un esempio salutare e un ap­poggio nei loro dolori. Il tuo, figlia mia, non è che un calva­rio in miniatura.
Umiliati sotto la sferza del mio amore: offrimi i tuoi pati­menti fisici e morali. Ti consolerò a suo tempo più che non credi, perché, a misura che ti faccio soffrire, aggiungo mag­giori grazie.
Di ciascuna anima misuro la forza e non la esercito in­tempestivamente, ma con tutta materna sapienza. Al Cireneo non ho permesso di portare la croce finché non l'avessi por­tata Io. Così faccio con le anime, a cui assegno qualche pic­cola partecipazione ai miei dolori.
Io sono sempre unito con la sofferenza, perché devo pri­ma amarvi e santificarvi, e poi premiarvi. Ho tanto bisogno di anime che soffrono e si sacrificano per Me!
Non lesinarmi il tuo sacrificio. Le anime si perdono a oc­chi aperti, volontariamente disprezzando il mio amore. Fa un po' di penitenza. Non basta che tu mi ripeta tante volte che mi ami: è necessario che lo manifesti con i fatti, altrimenti i tuoi slanci di amore finiscono con essere dei fuochi fatui di poco o nessun valore.
Il nostro amore dev'essere consolidato dalla sofferenza.

Soffrire per amore

Non ti spaventi la tua ripugnanza al soffrire. Anche i Santi sentivano le umiliazioni ed erano riluttanti al patire; quando però erano nell'atto pratico, quasi non se ne accorge­vano più.
Basta che ti affidi realmente a Me.
Quando si soffre per amor mio, con Me, per il bene vo­stro e degli altri, non è più dolore: è soltanto un mezzo per ottenere grandi grazie. La preghiera poi, unita al dolore, è taumaturga.
Io solo posso dire di aver sofferto inauditamente. Per Me solo ho riservato il puro patire e non avevo un altro Gesù che mi fosse compagno. La divina consolazione del mio Eter­no Padre appositamente si era ritirata, perché la nostra in­finita Giustizia avesse dalla mia Umanità la più grande ripa­razione.
Per voi lo sono come la mamma col suo bambino: nel dar­gli la medicina amara, ha già nell'altra mano la caramella per estinguere l'amaro che lo disgusta. Dovreste tutti essere pie­ni di amore per Me, tanto sono buono e provvidente verso ciascuno.
Talora accetto la perfetta obbedienza dell'anima fedele, senza esigere il sacrificio completo, così come mi sono ac­contentato dell'obbedienza di Abramo, disposto a consuma­re il sacrificio offrendomi suo figlio.
Il mio Cuore è tanto compassionevole e arrendevole, che domanda delle rinunzie, ma poi spesso si arresta non appena vi scorge disposti all'esecuzione.
Il mio Divin Padre ha compassione di voi; soltanto da Me volle l'esecuzione completa della sua Volontà, fino all'ulti­mo respiro sulla Croce.
Impara a patire in riconoscenza a Me, che tanto ho patito nella mia Passione morale e fisica, nella mia Morte doloro­sissima.
Esercitati nella generosità, camminando senza pretendere consolazioni sensibili. Ti basti, per conforto e sostegno, la cer­tezza del mio amore e il sapere che il tuo cuore è in mio pos­sesso. Ama virilmente, anche senza provarne dolcezza.
Cibati di volontarie rinunzie. Se non vivi di mortificazio­ni, non puoi vivere di amore. I meriti non si fanno di certo con le consolazioni!
Bisogna versare lacrime, sudore e sangue come Me. Bi­sogna che l'amore ti assorbisca, ti infiammi e ti spinga alla volontaria disposizione di patire qualcosa per amor mio.

L'angelo raccoglie

Adagia il tuo cuore sul mio. In Me trovi tutto abbondan­temente e soavemente. Non cercare altrove né consolazione né soddisfazione. Staccati da tutti e da tutto. Non val la pena per un po' di scoria perdere l'oro, assai più prezioso.
Voglio essere il tuo unico necessario, l'unico tuo amore, l'unico tuo pensiero, la fonte unica della tua felicità. Ti co­sterà fatica da principio, sembrandoti di essere legata alla ca­tena, come una schiava ridotta all'impotenza. In seguito spa­zierai, sola con Me, nelle regioni tersissime del mio amore. Non hai che da lasciarti guidare docilmente da Me, con umiltà e semplicità, fidandoti ciecamente di Me.
Coraggio! Il tuo Angelo Custode raccoglie tutto e lo ser­ba per il Paradiso. Non un piccolo dolore, non una breve fa­tica passa inosservata; tutto è controllato dall'onnipotente e sapiente tuo Dio.
Adesso, perché siete in prova, devo alternare croci e gioie; ora il velo del mistero non vi lascia capire la rete stesa dal mio amore operante. In Paradiso poi, e per tutta l'eternità, si succederanno scene sublimi, gioie indescrivibili.
Sta buona, soffri con pazienza, vinciti in tutto, affinché non abbia argine in te il mio amore su questa terra e nell'e­ternità.
Ricorri alla Madonna. Essa ti insegnerà il modo di spiri­tualizzare la tua esistenza. Il suo compito è appunto questo: istradare i figli e le figlie nel sentiero della Vita eterna, vigi­lando su ogni loro passo.
Affidati a Lei e non mancherai di ricavarne frutto gran­dissimo».

AMORE E ANNIENTAMENTO

L'Unico per te

«Faccio sentire sempre più forte, nel tuo animo, il biso­gno dell'annientamento del tuo orgoglio, il grande bisogno di unione con Me, appartandoti da tutto quanto esiste attorno a te.
Come un grande vuoto deve formarsi attorno a te; non più nulla fra Me e te... A Me piace essere il solo, sapere di essere l'Unico per te.
Non hai che da imitarmi. In Cielo non potevo essere umi­le; allora mi sono fatto come voi, affinché la mia Maestà, per il solo fatto di essere Uomo, scendesse all'infimo grado.
Ma non mi arrestai a questo: volli ancora scendere l'infi­mo gradino della vostra umanità, ove nessuno di voi è mai sceso onestamente, cioè senza peccato.
Tutti quelli che vogliono imitarmi, devono prendere la via dell'annientamento della propria superbia. Non trovi un Santo che non abbia amato l'annientamento, anzi, che non l'abbia amato con trasporto.
Il vero annientamento consiste nello spogliamento totale da tutto quello che ti preoccupa, da quello che tu brami avi­damente. Sta nella vittoria sull'io individualistico, per non agire che per Me, non pensare che a Me, non amare che Me e quanto Io amo.
Per annientarsi bisogna soffrire e, in certo senso, bisogna morire... Due cose che tu poco gradisci.
Le ho gradite e le gradisco però lo assai, e le anime che scelgo per questa vita sono oggetto del mio speciale amore.

Demolisco la superbia

Quando Io sento un'attrattiva d'amore per un'anima, per cui vorrei, nonostante i suoi difetti, ricolmarla di affetto e di doni preziosi, allora cerco di annientare il suo orgoglio. Demolisco il suo io, affinché in seguito, a titolo di giustizia, Io abbia tutta la libertà di premiarla e di sovrabbondare su di essa in grazia di predilezione.
Il vederla come Me un giorno, ridotta quasi a verme di­menticato e calpestato, mi accende ancora di amore per essa, tanto mi commuove questo stato di abiezione. L'anima che si vede come il verme più nascosto della terra verrà da Me cercata ed esaltata nel mio Cuore.
Pregami affinché tu conosca il valore dell'annientamento estremo. Se giungerai a fartene un programma, avrai ottenu­to l'autocontrollo non solo nel piccolo mondo di te stessa, ma nelle relazioni con l'universo intero. Allora si formerà in modo duraturo il mio Regno in te e Io ne sarò l'assoluto padrone: tu godrai la vera pace, che durerà inalterabile.
Ma bisogna proprio che tu muoia a te stessa e diventi lo spietato carnefice della tua superbia.
Se tu riuscissi ad odiare santamente te stessa, avresti assi­curata la tua riuscita e la tua felicità eterna e celeste.
Io passavo spesso le notti nella preghiera, attorniato dal buio e dal silenzio. Così tu, nelle tenebre del tuo annienta­mento e nell'oblio di quanto le creature hanno di effimero, proverai come effetto la vera unione con Me. Ti renderò com­pletamente felice.
Questa è la vita cui ti ho destinata: in essa mi troverai sem­pre e non su altre strade. La mia Sapienza non è la vostra e lo trovo guadagno in quello che a voi ora sembra perdita.
Devo per forza annientarti se voglio farti rinascere a vita più soprannaturale. A te sembra impossibile la morte del tuo io: invece è meno doloroso che tentare di mantenerlo vivo.
Quello che costa è l'ucciderlo in fretta, è la forza dei pri­mi colpi. Concentrati in questa verità: disprezzare te stessa e amare Me solo. Sottostare umilmente a quanto di sprege­vole ti possa venire dalle creature, senza lamentarti mai, senza stupirti né scuoterne il giogo. Le creature possono abusare di te, ma tu mai abuserai di esse.

Indifferenza santa

Gli onori, le preferenze, i particolarismi non sono più per te: non desiderarli mai, perché li ho banditi dalla strada della tua santificazione.
Ma per ottenere questa indifferenza santa verso tutte le creature, bisogna che ti sforzi di avere lo spirito di sano an­nientamento.
Se tu credi, ad esempio, di non meritare l'affetto, allora non ti stupirai se ti viene negato; non lo desidererai, né ti sfor­zerai di ottenerlo. Figurati che in questo mondo non vi siamo che noi due. Come puoi amare e cercare l'affetto e la stima di chi per te più non esiste?
Il distacco da te e l'amore all'annientamento devono es­sere il punto sul quale deve far perno la tua santità. Tu ame­resti l'esaltazione, il dominio, le occupazioni rumorose; Io invece ti voglio nascosta, annientata, dimentica di tutte le va­nità, in unione continua con Me.
Voglio il tuo amore come di bimba ignara del male, e con nessun altro amore e desiderio che il mio. Solo allora, morta a tutti gli altri affetti e pensieri, libera da tutto il creato, po­trai formare un cielo, limpidissimo di purità d'intenzione, nel tuo Gesù.
È una strada che parte irta di spine e sembra impraticabi­le, piena di spaventi e di pericoli. Viceversa, a chi coraggio­samente vi si inoltra, procura sorprese e dolcezze ineffabili.
E quando uno si è ben incamminato, anela di correre, cor­rere, per scoprire nuova scienza mistica di grazie infinite e salutari.
È un frutto brutto ma buono, l'annientamento; costa fati­ca in un primo tempo, poi innamora l'anima e le dona ebrez­ze divine.
Frequenta anche tu questa palestra, questa pista dei San­ti; godrai tutte le soddisfazioni che porta il sacrificio e la li­bertà di spirito.
Sapendo che per la strada dell'annientamento lo trovo po­che anime, ad esse porto i miei favori, le mie grazie speciali, e le distribuisco loro su un vassoio splendido, ricco simbolo di doni moltiplicati, sovrapposti.
Queste anime sono la mia oasi nei momenti di sconforto, quando vedo il mondo ripieno di peccatori gaudenti.
Nel trovarmi con i pochi votati all'annientamento, il mio cuore trabocca di gioia e non si sazia di rimirarli con infinita tenerezza.

Amare senza ritegno

Innamorati anche tu di questo ideale della croce, e saprai dire se esagero o no.
Più avanzerai nell'annientamento del tuo vanitoso io, e più diverrai perfetta nell'amore, perché l'amore per Me, quando non trova più impedimenti, non ha più ritegni. Da fiamma esso diventa incendio, si dilata ed è contento di bruciare tutto quello che trova di ingombrante.
Ma bisogna proprio che tu ti rinneghi in tutto, bisogna che tu muoia moralmente, annientando il tuo io. Devi come inca­tenarlo in una prigione, facendolo morire giorno per giorno di inedia.
Schiacciala la superbia, questo tuo nemico, che attenta alla tua vita spirituale, odiala e disprezzala. Finché la ascolti, la accarezzi, le dai retta e la difendi, ti sarà occasione diretta o indiretta di molti peccati.
Il tuo compito d'ora in poi sia questo: cercare di scompa­rire, sia ai tuoi occhi, sia a quelli del prossimo. Devi, fino alla morte, sprofondare nell'annientamento interno ed ester­no, per poter elevarti alle più alte vette dell'amore.
L'abbassamento eleva. Il bruco si chiude in sé facendosi il bozzolo, poi si trasforma in farfalla e vola ove gli piace. Chiuditi nel tuo nulla con l'annientamento e ti spunteranno le ali del puro amore.
Opererò meraviglie nell'anima tua a misura che tu mori­rai a te stessa. Voglio stritolato questo tuo povero "io" , per immolarlo a Me, a vantaggio della tua santificazione. Il van­taggio sarà evidentemente più tuo che mio.
Rendimi felice col tuo annientamento morale, che vale più che la morte, perché costa di più e mi rende padrone assoluto di tutto il tuo cuore.
L'annientamento è per te l'opposto dei tuoi troppo umani desideri e inclinazioni e ti gioverà, pur essendo doloroso co­me un lungo martirio.
Ama molto la mia e tua Madre Santissima. Ella ti inse­gnerà come si fa ad annientarsi. Ti ripeto che sono contento che le anime passino volentieri da Lei per consiglio e aiuto.

AMORE E CARITA FRATERNA

La virtù prediletta

«La carità è la regina delle virtù. Il fuoco che son venuto ad accendere in terra è la carità e di essa voglio riempire tut­te le anime, specialmente quelle a Me consacrate.
Io sono l'amore per eccellenza, e per l'amore sono for­mate tutte le mie creature. In esse quel che non nasce dall'a­more e ad esso non torna, è falso e adulterato, e Io non lo approvo.
Se vuoi crescere nelle mie compiacenze, devi perfezio­narti nella carità verso il prossimo. Devi vedere in esso l'o­pera e l'immagine di Dio, perciò devi amarlo e compiacerlo; compatirlo sempre.
La carità fraterna è la virtù da Me prediletta, quella che intenerisce il mio Cuore e lo rende impotente a negare qual­siasi grazia alla persona caritatevole.
Ricordi l'Apostolo prediletto? Era il puro, ma si distinse in seguito ancor più per l'ardore della carità verso il prossi­mo, perché la scoprì nel mio Cuore. Vide il mio desiderio: che amasse il prossimo proprio per amore mio, per farmi co­sa gradita e per imitarmi.
La carità è sempre stata la passione predominante del mio Cuore Divino; e fino a che, o anima, non arderai di questo fuoco, non potrai chiamarti mia discepola.
Attendi dunque alla scrupolosa osservanza di questa virtù.
Imitami nell'umiltà cordiale che eleva le anime e le porta ad amarmi, poiché la virtù delle creature porta al Creatore. Nel vedere una persona affabile, caritatevole, uno na­turalmente pensa che se tanto è buona costei, quanto più buono sarà Iddio, che di tutto è la suprema bontà e perfe­zione.
E così si ottiene un duplice effetto: attira a sé ed eleva a Me. La tua condotta faccia risplendere le tue virtù interne, affinché da te il tuo prossimo possa essere invogliato ad amar­mi e servirmi con amore e fedeltà.

Devi essere molto buona

Fattene un impegno speciale. Fallo per amor mio, e atti­rerai anime, anche tacitamente e senza mostrar pretese di voler ammaestrare.
Oh, la potenza del buon esempio! esso trascina irresisti­bilmente e porta frutti copiosi, più che molti discorsi ben stu­diati.
Non fai che il tuo dovere e guadagni anime, e perfezioni anime senza neppure accorgertene. Me ne accorgo però Io e ti ricompenserò come se fosse tutto tuo il bene che, con il tuo esempio, hai provocato.
Amala questa virtù, perché Io l'ho amata al punto di far­ne una legge severa per Me e per voi, necessaria alla vita spi­rituale presente e alla vita eterna.
Ascolta i battiti del mio Cuore, che sono tutti di perfetta carità; lì apprenderai anche il modo di praticarla seriamente. Quello che non ti costa, non ti vale niente. A Me la carità è costata il sangue e la vita. Se lo sono molto buono con voi, da farmi vostro cibo, anche tu devi essere molto buona con tutti i tuoi prossimi.
La carità, per essere di buona lega, bisogna che sia uni­versale e che sia vissuta unicamente per amor mio; occorre che sia fatta cordialmente, con umiltà e pazienza.
Puoi tu immaginare come fossero dapprima ignoranti, roz­zi e infantili i miei Apostoli? Ebbene lo, Sapienza eterna, eb­bi pazienza e tolleranza verso di loro.
Impara da Me a essere umile e mansueta. Se sei buona e umile di cuore, imparerai anche tu a sopportare qualunque miseria e qualunque difetto del prossimo.
Vedendo in tutte le creature l'immagine e l'opera di Dio, anche se deturpata, ti riuscirà assai facile. Un parente disgra­ziato e persin deforme lo si ama ugualmente, anche per sen­timento di delicatezza.

Troppo impulsiva

So che ti costa l'essere umile e dolce; fallo per amor mio. Se mi ami profondamente, ti riuscirà facile l'esecuzione del mio secondo comandamento, così simile e unito al primo.
Sta bene attenta a non lasciarti sfuggire nessuna parola con­tro la carità. Questa mancanza ti tiene indietro dall'amore per Me e ne rimango assai scontento.
Devi stare più attenta. Non sempre sono parole che ti sfug­gono inconsciamente; spesso vi è un po' di malizia ed è quel­lo che mi rende meno generoso con te. Ancora hai qualche motto mordace, anche se sotto forma di scherzo, ma che ri­vela poca umiltà e carità. Quanti argini metti alla corrente impetuosa di grazie e di amore che vorrei versare su di te!
Se tu facessi silenzio, questo non succederebbe. Sei an­cora troppo impulsiva, troppo impetuosa.
Non senti il rimorso che ti metto in cuore quando manchi?
Ti voglio più benigna verso i tuoi fratelli e le tue sorelle. Devi essere più affabile e mite, altrimenti la tua qualità di anima mia Sposa si oscura, essendo tu troppo dissimile da Me.
Io sono dolce e umile di cuore, e con queste doti mi attiro l'affetto delle mie creature, piccole e grandi. Con queste qua­lità si fa un bene immenso.
È la tua alterigia che ti rende poco arrendevole e amabi­le. Tu dimentichi che sono misericordioso, tollero e amo an­che gli imperfetti, perché conosco il loro carattere e compa­tisco le loro mancanze impreviste.
Io amo il giusto e il peccatore, partecipo la mia grazia ai piccoli e ai grandi, faccio risplendere la mia Sapienza nei cuori dei dotti e nelle anime semplici, senza cultura.
Sii molto buona con tutti; tratta tutti molto bene; tollera, pazienta, non irritare.
Povere creature..., se il vostro Dio non esercitasse la pa­zienza con voi! Da quanto tempo il mondo sarebbe distrutto! Ciò è per insegnarti il modo di trattare il prossimo in tutte le circostanze, liete o tristi.
Non tutti gli zeli sono buoni e caritatevoli; bisogna mode­rarsi con discrezione e umiltà, ragionando al lume della carità. Se tu fossi in luogo di certe persone, forse faresti peggio o almeno come loro.
Anche i miei Apostoli avevano il tuo spirito, quando vo­levano far scendere il fuoco sui paesi ribelli alla predicazione. Ma come si son poi comportati durante la mia Passione? Che cosa si sarebbero meritato? Che castigo ho dato loro? Trovi forse nel Vangelo il più piccolo rimprovero?
Capisci la bontà immensa del tuo Sposo divino? Capisci la tua ormai intollerabile condotta, tanto dissimile dalla mia?

Semplice e indulgente

Sii semplice come un bambino in fasce. Lo sarai pensan­do bene di tutti e credendo a tutti, quando ti parlano seria­mente. Serba un contegno rispettoso e mite, che dimostri che tu ti vedi inferiore a tutti.
Parla sempre bene di tutti; compatisci sempre. Scusa sem­pre e ti farai santa da altare. I tuoi difetti e i tuoi peccati sa­ranno cancellati dalla carità!
L'ho detto che avrei considerato come fatto a Me, quello che voi fate per il vostro prossimo.
Sii dunque molto indulgente con tutte le persone, special­mente le più vicine. Compatiscile fino all'eroismo e Io farò così anche con te, sempre.
Se vuoi essere la beniamina del mio Cuore, osserva eroi­camente il precetto dell'amore del prossimo. La dolcezza eser­citata da un'anima verso il prossimo mi intenerisce al punto che sopporto poi da essa tutto le sue fragilità.
Io, dall'alto dei Cieli e dal Tabernacolo, sorrido alle ani­me umili e mansuete. Sempre vado cercando per esse nel mio Cuore nuovi tesori di grazia, per farle contente e felici nel loro stato di annientamento volontario.
Soffri con calma le tentazioni contro la carità, ricordando che tutte le virtù hanno il loro particolare combattimento, af­finché la virtù stessa si purifichi e si fortifichi.
Non lasciarti abbattere dai tuoi impeti di sdegno. Fatti co­raggio! con la mia grazia supererai tutto e non ti dividerai più da Me volontariamente. Sei mia proprietà, voluta e ac­cettata.
Chiedi alla Madonna, che è tutta carità, il vero amore per il tuo prossimo, per tutte le anime».

LA PERFEZIONE DELLA VITA D'AMORE

Questi due ultimi capitoli riguardano in parti­colare le anime che seguono la piccolissima via d'amore, già seguita e indicata al mondo dalla Clarissa Cappuccina suor Consolata Betrone.

Amore non sazio

«L'infanzia spirituale, tu lo sai, consiste nei tre obblighi delle anime piccolissime: l'atto incessante di amore, la carità col sorriso e la obbedienza alla mia Divina Volontà col rin­graziamento.
Il programma delle Piccolissime è breve, limpido, abbrac­cia e comprende tutta la perfezione, senza né aggravare la mente, né compromettere le forze fisiche. È un lavoro pieno di gravità e fecondo di santità.
L'amore non è mai sazio, perché appena ricevuto un se­gno d'affetto, ne desidera e ne aspetta subito un altro.
Se vuoi essermi gradita, non lasciare un momento solo il tuo atto d'amore per Me, per la degnissima mia Madre e per la salvezza dei peccatori.
Prontezza e semplicità, abbandono e amore sono le quali­tà di un terreno che sta per divenire fertile, e un giorno fe­condo di grandi frutti. Mettiti anche tu in queste condizioni, proprio adatte alle Piccolissime.
Tu non sei ancora spiritualmente piccolissima; devi an­cora spogliarti di tanta umanità contraria al loro stile di vita. Lavora a demolire la tua superbia, a frenare la lingua, a chiudere, volontariamente gli occhi, quando è possibile, al mon­do visibile, onde elevarti su su, verso il Cielo.
Sei entrata nella via regale dell'amore, in cui non può en­trare il Demonio, perché lui odia l'amore.
Continua l'impegno che ti sei assunto, con fedeltà e per­severanza. La tua vita spirituale verrà proprio interamente semplificata.
Sforzati dal canto tuo di amarmi, dicendomelo continua­mente con "la lode incessante d'amore", e sarà balsamo al mio Cuore.
Vuoi sapere come si concilia l'atto incessante d'amore del­le Piccolissime con il lavoro, che richiede attenzione, sacri­ficio e rinunce? Il silenzio naturale dei piccolissimi di età, l'impotenza loro ad agire, a fare e disporre per sé e per gli altri, si può risolvere in voi con la rinuncia ad una orgogliosa autonomia, fidandoci di Dio e lasciando libero il vostro cuo­re di amarlo con tutte le forze.
Rinunciando così a far di testa vostra, a parlare cioè, ad agire e disporre come se tutto dipendesse non da Dio ma da voi, ecco che verrete ad essere per virtù e per grazia ciò che per i piccoli di età è conseguenza di naturale incapacità.

Il tempo passa

Va avanti nella nuova via intrapresa: è proprio adatta per te. Io godo molto del tuo incessante "Gesù, Maria vi amo, salvate anime!", perché è la "laus perennis" infantile, simi­le a quella che fanno i Serafini con il loro Sanctus paradisiaco.
Questo atto di amore, che tu non vorresti interrompere mai, è per Me come una continua e insieme improvvisata ac­cademia, fatta in mio onore. Voi fate così vibrare le due cor-
de più sensibili del mio Cuore: l'amore per Me e la Madre nostra e l'amore per le anime.
Come i miei Serafini non si stancano di ripetere il loro canto, così voi non dovete stancavi della vostra invocazione. Nemmeno Io mi stanco né di voi, né di loro anzi, ma mi rie­sce una lode sempre nuova e cara.
Incomincia proprio una vera vita santamente infantile, pro­fondamente spirituale. Lavora su te stessa, il tempo passa e più non ritorna. Non stancarti nell'esercizio delle virtù.
Guai, se rallenti un pochino, troverai poi ancora più dif­ficile e faticoso il proseguire. Cammina volentieri, accom­pagnata dall'incoraggiante armonia della lode incessante d'a­more. Sia essa il tuo programma. Con essa puoi star sicura di far contento il tuo Gesù.
Hai la strada tracciata; non ti manca niente, soltanto la volontà di percorrerla, costante e risoluta. Fa punto fermo al tuo amor proprio, alle tue puerili ansietà, ai tuoi timori in­fondati.
Perditi nella "laus perennis", e persisti tenacemente. Il risultato è tutto a favore tuo, perché otterrai più con essa, che non con qualunque altra energica risoluzione.
Il mio nome e quello della Madre mia Santissima sarà bal­samo alla tua mente; e l'eroica invocazione per la salvezza delle anime rende il tuo cuore pronto e generoso.
Tu mi trovi nell'incessante atto d'amore, a cui dò le mie divine qualità. Esso infatti seda subito le tempeste del tuo ani­mo, riempie di affetto il tuo cuore, ti dà forza nelle occasio­ni, in una parola ti aiuta a farti santa. Vuoi perdere tutti que­sti divini benefici?...

Lasciati condurre

Se vuoi liberarti dalle insidie dell'amor proprio, soffoca­lo con la lode incessante d'amore. Ciò ti gioverà assai più che combatterlo direttamente.
Le vere Piccolissime della "laus perennis" sono umili, semplici e si lasciano condurre. Non dicono mai di no, non fanno mai le offese, le testarde; vivono tranquille e fiduciose nel loro Gesù, nella falange delle anime privilegiate in cui sono state attirate.
Distàccati da quanto sa di umano e transitorio; stammi sempre attorno, consolami con l'incessante atto d'amore, fer­vente e amoroso. Esso è nascosto alle creature ma, come dardo infuocato, viene di continuo a toccare deliziosamente il mio Divin Cuore e quello della Madre Celeste.
La cosa, come vedi, è semplicissima. E così tutte le tue apprensioni e desideri, che dal pensiero si comunicano ai sen­timenti, scompaiono. L'atto incessante d'amore, occupando mente e cuore, ti impedisce il turbamento, mentre dà morte completa al tuo voler essere autonoma. Esso equivale all'in­differenza virtuosa, per cui tu rinneghi te stessa per il tuo Dio, il tuo prossimo, per la tua stessa salvezza. Diventi come un corpo quando è addormentato dall'anestesia. Sotto i ferri del chirurgo si lascia tagliare a piacimento durante l'operazione.
Questo letargo mistico è la "laus perennis", dove il Di­vin Chirurgo fa tutto quanto è necessario per la santificazio­ne delle anime sottoposte alle sue divine operazioni, ai suoi tagli provvidenziali e amorosi.
Questo atto incessante d'amore deve assorbire talmente, da non esservi più posto per altro; deve estinguere ogni smodato desiderio, ogni puerile soddisfazione. Per l'atto inces­sante d'amore Io ho promesso non solo le mie compiacenze, ma ancora il mio premio.
Se tu, in qualunque circostanza, ti lasci assorbire da esso, otterrai forza, pazienza e gioia. Se vuoi consolazioni duratu­re e intime, non interrompere l'incessante atto d'amore!
Tale lode è l'incenso offerto dalle mie Piccolissime; è la manna che si adatta a tutti i gusti, che ha tutti i sapori deside­rabili.
Più amore avrai per Me e più corrisponderò col mio, che è infinito. Se vuoi, puoi divenire così accesa d'amore, da non poterlo più sopportare.
Più ti vedo assidua e attenta alla "lode incessante", più ti investirò del mio Spirito, del mio amore... Io Mi sono ob­bligato a fare di voi il mio più sensibile amore. Manterrò sem­pre la mia divina parola.
Fortunata l'anima Piccolissima! Essa acquista sul mio Cuo­re dei diritti incancellabili e resta unita al mio Cuore con vin­coli di perpetua figliolanza divina.
Deve crescere questa falange eletta. Un giorno non lonta­no si farà esercito.

AMORE E ANIME

Pregami per le anime!

«Se proprio mi ami sopra ogni cosa, e vuoi diventare l'in­tima mia confidente, vendi, sacrifica tutta te stessa per le ani­me. Avrai un premio anche tu per ogni anima che mi aiuti a salvare...
Io, vedi, non ho altro impegno e, finché nel mondo vi sa­rà una creatura da salvare, le mie premure saranno tutte per essa. Pregami per le anime: fanno parte di Me stesso e sono mia laboriosa proprietà.
Come una mamma non è tranquilla se non quando ha tutti i figli raccolti attorno a sé, così il vostro Creatore e Padre non è pienamente felice se qualcuno dei suoi figli si allontana dalla sua presenza.
Per questo suscito anime generose ad aiutarmi a salvarne tante, con le loro preghiere e i loro sacrifici. Tu pensi poco a quello che ho sofferto per le anime: sei come i bambini che tutto hanno ricevuto dai loro genitori, e non considerano mai le fatiche ch'essi hanno sostenuto per loro.
Pensaci seriamente. Le anime che meditano e vivono pro­fondamente la mia Passione dolorosissima, riescono a salire al grado più sublime dell'amore per Me e per le anime da Me redente.
Per appagare l'ardente mia sete di anime, devi ardere an­che tu di questa sete, bruciare di questo fuoco, sentire questa passione per la loro salvezza eterna fino all'eroismo.
Finché questa febbre non si impossesserà di te in modo permanente, sarai come una pianta che vegeta, ma non dà frut­ti. Le sole foglie non bastano al mio amore: Io cerco frutti per saziarmi.
Andiamo in giro assieme a cercare queste anime che igno­rano quello che ho sofferto per loro. Chiedimi insistentemente la passione per la loro salvezza. Essa ti risveglierà e ti inco­raggerà, ti farà finalmente uscire dalla grettezza del tuo egoi­smo e del tuo amor proprio.

Pensaci seriamente

Non vedi quante anime vanno alla perdizione come an­dassero a un lussuoso banchetto? Rimangono proprio come istupidite dai vizi. Non possono più ragionare perché, in cer­to qual modo, sono ipnotizzate dal Demonio e non si sentono di reagire.
Voi non potete comprendere il mio dolore nel vederle per­dersi così; sembra che una parte di Me stesso si strappi vio­lentemente da Me. È il mio Sangue sparso per loro, che vedo sprecarsi, ridursi all'impotenza.
Non rimanere indifferente a tanti oltraggi che ricevo, alle amarezze che provo, alle possibilità di dannazione eterna a cui tante anime si espongono.
Amami nelle anime e soffri volentieri per esse. La conso­lazione l'avrai a suo tempo, quando capirai l'effetto meravi­glioso delle tue sofferenze e delle tue preghiere. Per ora ac­contentati di non veder niente e di non sentir niente.
Come il lavoro della mia grazia spesso è profondamente nascosto, così la consolazione e la certezza di operare il bene stanno in voi sepolte sotto un cumulo di sofferenze.
Fammi questo piacere: guadagnami anime anche tu e non mi lascerò vincere in generosità! Sii perseverante nei doveri delle anime Piccolissime.
Se tu mi preghi con ardore, non potrai fare a meno di ac­contentarmi in questa mia ansia insuperabile.
Vedi, gli uomini aizzati e guidati da Satana si studiano di disfare quanto Io compio; ci vogliono molte preghiere per immobilizzare la forza umana depravata. Soltanto con dighe spirituali si può far argine ai torrenti di questa acqua deva­statrice che si rovescia terribilmente.
Per un Dio buono all'estremo, generoso all'infinito, che ha dato tutto per l'uomo e, in contraccambio, riceve ogni sorta di mostruosità, non è una delusione dolorosa? Ecco perché Io, Figlio di Dio e fratello vostro, cerco un debole compenso nell'amore di anime semplici. Mi contento del poco che po­tete darmi, mi compiaccio dei vostri incessanti atti d'amore; anche del tuo, anima carissima, benché ancora così misero e non certo incessante.

La vostra insistenza mi sprona

Amami e mortificati per il bene delle anime. Per esse ho una passione irresistibile e con la mia Umanità vorrei morire ancora mille volte, per ritornare alla mia Divinità quel trono che mi ero scelto in ogni anima alla loro creazione, e che il peccato mi ha tolto.
Perché non amarle anche tu e quindi soffrire per esse, onde riabilitarmene tante? "Salvate anime!": è la missione spe­cialissima delle Piccolissime.
Le vostre invocazioni, nell'atto incessante d'amore, han­no un duplice scopo: per voi, col dirmi che mi amate; per i peccatori, domandandomi la conversione. Potrei salvare le anime anche senza esserne pregato, ma la vostra insistenza mi sprona maggiormente.
Sempre, sempre devi cercare di elevarti in questa infuoca­ta invocazione, tanto gradita al mio Cuore e a quello della mia Madre. Amami, chiedimi anime, appaga i miei ardenti desideri. Da voi Piccolissime mi contento di poco, che poi risulterà molto.
Amami sempre, ossia continuamente. Riscalda il tuo cuore con la lode incessante d'amore. Desidera di soffrire qualco­sa per le anime, così la tua preghiera sarà più efficace. Im­molati per esse, privandoti non certo della vita, ma accettan­do tanti strappi, tante rinunce, che alla tua natura qualche volta costano assai.
La "lode incessante d'amore" è stata mia invenzione, un ritrovato potente per lenire il mio Cuore oltraggiato, special­mente dai molti figli lontani, i cosiddetti "senza Dio".
Questa setta supera in malizia tutte le passate perché, gui­data da Lucifero, vorrebbe annullare la mia essenza divina. La vostra protesta di continuo amore, unita alla domanda di salvare anime, va incontro ai due infiniti desideri del mio Cuore. I due comandamenti, dell'amor di Dio e del prossi­mo, sono in essa sublimemente racchiusi.
E sono sufficienti a formare i santi: i piccolissimi santi che sembrano non avere la forza per la lotta esteriore contro il male, ma che possono con fervore balbettare la lode perfetta.

Se tu ne conoscessi il valore!

Se tu sapessi come mi compiaccio di essa! È un'arpa me­lodiosa che, a somiglianza di quella del Re Davide, ha la potenza di placare la mia irritazione contro il peccatore e mi induce ad usare la più perfetta giustizia che è la mia infinita Misericordia.
L'assiduo esercizio di questi atti incessanti d'amore può darmi un compenso all'affronto che ricevo dall'uomo quan­do egli commette il peccato. Sono Io stesso che comunico tanta divina efficacia, perché molto mi compiaccio di questa lode incessante, di questa continua protesta di amore.
Il chiedermi la salvezza delle anime, per le quali ho sof­ferto tanto, è il vero segno d'amore! È segno che capite il palpito del mio Cuore e lo scopo delle atroci sofferenze che liberamente ho subito per salvarle. È la delicatezza più senti­ta, affinché il mio Sangue non sia versato invano.
Con la lode incessante d'amore, se si estendesse in tutto il mondo, opererei miracoli di conversioni. Saranno frutti na­scosti ma fecondi, per significare la mia riconoscenza e il mio compiacimento. Se tu conoscessi il pregio dell'atto incessan­te d'amore, non desisteresti un momento dal donarmelo.
Più anime mi conquisterai e più saranno a tuo conto sul libro della vita. Con il silenzio e con questa lode incessante dissodi, semini nelle anime le grazie che le porteranno a sal­vezza, e poi le bagni col sudore dei tuoi sacrifici. Vai prepa­rando così l'avvento del mio regno d'amore in tutte le ani­me, su tutta la terra.
Ricorri con fiducia alla mia e tua Santissima Madre. Es­sa, la più umile, partecipa per mio volere e per il vostro be­ne, della mia onnipotenza e della mia onniveggenza.
Sforzati di diventare sempre più piccola; avrai i migliori favori da tua Madre, Maria Santissima, e dal tuo Gesù».

APPENDICE

DALLA CORRISPONDENZA DI ANIME PICCOLISSIME

Rev.mo Padre,
non finirò mai di benedirla per essere stato un docile stru­mento nelle mani di Dio per la pubblicazione dei libriccini «Onda d'Amore» e «Il Cuore di Gesù al mondo»!
Sono diventati miei libri spirituali e il buon Gesù, ogni volta che li prendo e mi sprofondo nella lettura, gustando que­gli insegnamenti, mi riveste di infinite grazie: lode e gloria al Suo santo Nome!
Sento forte nel mio cuore il desiderio di far parte della schiera delle Piccolissime; mi sforzo ogni giorno di più di offrire a Gesù l'atto di amore sempre più frequentemente; Gli chiedo umilmente, ma col più vivo dei desideri di renderlo incessante, proprio come Lui desidera, perché sento che vuole da me molto di più di quello che attualmente Gli dono.
Io confido in Lui, totalmente; lo amo, lo riconosco per il Padrone buono della mia vita: è il Padre misericordioso che tutto mi ha perdonato e che mi dona senza misura il suo Amo­re. Ogni volta che penso all'amore di Gesù per me, per ognuno di noi, non posso fare a meno di piangere: un pianto che ora, dopo di essere stato di profondo pentimento, è di estrema gioia, è di esultanza. Grazie, Gesù!
Ed è proprio per questa pace che ho nel cuore, per questa gioia che trapela sul mio volto (molte persone mi chiedono cosa mi sia accaduto: «Sei diversa - mi dicono - quasi più bella, più giovane. Ma come fai ad essere sempre così alle­gra?...» ed io rivelo il mio segreto rispondendo: «Ho incon­trato Gesù!»), che ancora una volta le chiedo alcune copie dei libri per poterli donare a fratelli che dubitano della pre­senza reale di Gesù in noi, di Gesù fra noi, affinché anch'es­si, per mezzo delle sue Parole donate per sua Grazia ad ani­me predilette, possano fare in pienezza la stessa nostra espe­rienza e proclamare che Gesù è il Signore! Alleluia!
Don Renzo, credo di aver capito che esiste un volume ri­guardante la biografia (o autobiografia) di suor Consolata. E possibile averlo? Grazie.
Le chiedo devotamente di pregare per me e tutti i miei cari. La ricorderò sempre nelle mie preghiere. Nuovamente la benedico.
Sua sorella in Gesù
Seravezza, 11 novembre 1993 L. S.
Mio caro Giovanni,
non mi meraviglio se un giovane di venticinque anni e or­mai prossimo alla laurea in medicina, se un tipo allegro e di­namico come te, si senta chiamato su questa «piccolissima via».
Non temere: non regredirai psichicamente accogliendo questo grande dono di Dio! Con buona pace degli atei e di alcuni teologi, Dio 8 ancor libero di scegliere tra ricchi e po­veri, fra giovani e anziani, fra innocenti e peccatori e portare avanti con chi vuole i suoi adorabili progetti.
Mi chiedi nella tua ultima lettera se ti occorre frequentare una specie di scuola guida, una scuola di alpinismo spiritua­le... Sta sereno: hai davanti un cammino impegnativo ma non
complicato, lungo il quale i bambini possono superare noi grandi.
Presupposti per incominciare:
- convinciti che di tuo vali un bel nulla. Ciò che di buo­no sei e possiedi, quanto di bello puoi e devi fare è dono di Dio: Egli te lo può accrescere o togliere anche d'improvviso;
- è buon segno che tu senta forte questo «bisogno di Dio» che ormai ti si rivela più necessario dell'acqua e dell'ossigeno; - accogli con riconoscenza il desiderio infinito che Dio ha di fare comunione con te, miserabile qual sei, e di voler vivere in te oggi ed eternamente;
- appoggiati con sicurezza sulla potenza di Dio che con il dito mignolo sa muovere tutto l'Universo. Il Signore vuole donare pace e pazienza per trasformare la tua vita in un can­to d'amore. Credi che anche tu sei una piccola ma insostitui­bile voce nell'immenso coro dell'Universo?
Primi passi:
- nei momenti in cui vuoi essere «solo», lasciati avvol­gere dalla presenza densa del Dio Vivente. Di questi momenti preziosi, pur brevissimi, ne puoi trovare molti, anche in mezzo alla gente,. mentre viaggi sulla metro o in macchina, in casa tua o seduto sull'erba di un prato, o meglio ancora inginoc­chiato su una panca in chiesa;
- taci e adora: in questa comunione personale con Ge­sù, vedrai crescere non un senso di isolamento dalla realtà, ma una comunione dinamica con gli altri, con il mondo intero;
- ripeti, ma lentamente e con il cuore, e molte, molte volte senza però fermarti ingenuamente a contarle, una invo­cazione brevissima. Te ne do qualche esempio: «Mio Dio, ti amo!»; «Gesù, confido in Te!»; «Vieni, o Spirito Santo!»; «Ca­ra Madonna, tienimi per mano»; «Gesù, abbi pietà di me pec­catore!»; «Signore, che nessuno vada perduto!». Oppure co­me ti sgorgano dal cuore;
- quasi istintivamente ti verrà la voglia di dare la prefe­renza all'atto di amore come fu suggerito da Gesù a suor Con­solata Betrone: «Gesù, Maria, vi amo, salvate anime!»;
- dopo che tu, all'inizio, ti sarai impegnato a ripeterlo con amore e calma e parecchie volte di seguito, vedrai pren­dere in te il sopravvento la voce dello Spirito Santo: te lo fa­rà lui stesso sgorgare dall'anima.
Si avvierà così un colloquio filiale e piacevole con il tuo Dio. Tenendo saldi i piedi per terra, cioè badando ai tuoi im­pegni concreti di ogni giorno, ti accorgerai di respirare a pieni polmoni aria di Cielo.
Occorre una verifica. Se hai preso la strada giusta:
- ti accorgi che questo «cuore a cuore» con Gesù e con la Madonna per la salvezza di tutti, cioè questo atto di amore continuo e profondo, non ti crea tensione ma pace, benesse­re e voglia di vivere;
- il sentirti inserito nella Famiglia stessa di Dio, alla quale appartieni fin dal giorno del tuo Battesimo, non ti estranea nell'intimismo, ma ti rende più servizievole al tuo prossimo;
- questo raccoglierti silenzioso in un continuo atto di amore non può servirti da alibi per ridurre o scansare i tuoi doveri; anzi ti diventa stimólo ed aiuto a portare le tue picco­le o grosse croci e responsabilità.
Vorrei raccomandarti infine, mio caro G., di non aver pre­mura di vederti un «realizzato», ormai un campione su que­sta piccolissima via. È via ripida e stretta, e guai a chi vuol correre troppo... Essa tende alla semplificazione totale della nostra vita solitamente piuttosto complicata. Ha come mèta il godimento completo ed eterno di Dio che ci comunica la sua stessa Vita. Ma solo in Paradiso noi potremo realizzare questo sogno, lo scopo fondamentale per cui Dio ci ha creati.
Siccome siamo ancora «di qua», accontentati anche tu di ricominciare sempre da capo, senza mai scoraggiarti. La Ma­donna ti sarà Mamma e Maestra.
Con un «Gesù, Maria vi amo, salvate anime!» caldo di fede e di amicizia fraterna, ti abbraccio e benedico. Tuo
Melegnano, 2 dicembre 1988.
Don RENZO

UN'ONDA INCESSANTE DI AMORE

Lettera circolare della serie «La pace sia con te!»
Fratelli e sorelle carissime,
dopo anni di attesa e di silenzio, stanno realizzandosi le promesse fatte da Gesù a suor Consolata Betrone:
Consolata, un giorno il Demonio ha giurato di perderti e Io di salvarti: chi ha vinto? Ebbene, il Demonio ha giurato di perdere anche il mondó ed Io giuro di salvarlo; e lo salve­rò con il trionfo della mia Misericordia e del mio Amore. Sì, perdonerò ancora all'umanità colpevole, te lo prometto (24.4.1942).
Quando il tuo ultimo «Gesù Maria vi amo, salvate ani­me!» sarà pronunciato, Io lo raccoglierò e, attraverso lo scrit­to della tua vita, lo tramanderò a milioni di anime peccatrici che lo accoglieranno. Ti seguiranno nella semplice via di con­fidenza e di amore (17.8.1934).
Va' sempre avanti per la tua strada: l'amore vince tutto. Io voglio che un'onda d'amore salga dalla terra al Cielo. Tu devi battere per prima questa piccolissima via; un giorno dovrai servire di modello» (4.9.1937).
Quanto oggi propongo a voi, è già diventato realtà in al­cune anime da qualche anno. Di che si tratta? Vogliamo for­mare onde calme e possenti di atti di amore che salgano a Dio e ridiscendano in benedizione sul prossimo, notte e gior­no senza interruzione. Siamo infatti certi che queste onde sante e continue ritorneranno sulla terra a purificare, fecondare e abbellire il bene che già vive, e faranno spuntare altro bene dove ora è deserto.
Vedi anche tu come sia diventato incessante, purtroppo, il coro delle bestemmie, volgari o raffinate, lanciate contro il Cielo; ininterrotta è pure la catena di peccati che offendo­no Dio e aprono le porte dell'Inferno, riducendo gli uomini orgogliosi a schiavi di Satana. Contro costui e il suo regno di morte vorremmo che queste onde diventassero violente, continue mareggiate.
In concreto: propongo a persone di sano criterio e di for­te volontà di offrire a Dio una mezz'ora della loro giornata in un «atto incessante di amore». Distribuendosi l'impegno fra molte persone, di cui una sarà l'animatrice, si potranno coprire le ore del giorno e della notte senza eccessivo sforzo per i singoli.
1. «L'onda incessante di amore» ha lo scopo di offrire a Dio, da parte di Cristiani di qualunque età e condizione fra loro spiritualmente uniti anche senza conoscersi, un atto di amore continuo, impegnandosi ciascuno per una mezz'ora al giorno.
2. La mezz'ora è vissuta con semplicità e con gioia, ri­petendo adagio, con la bocca o anche solo con la mente, il proprio «atto di amore». Esso, che è un atto di volontà, un voler bene a Dio e volere tutto il bene possibile a questo po­vero mondo, non va sostituito con preghiere e letture; deve partire dal cuore, per non diventare la ripetizione di una for­mula qualunque. Ed è sincero e ancor più meritorio nei giorni in cui ci sentissimo indegni, miserabili, privi di luce e di en­tusiasmo.
3. La formula dell'atto di amore pub essere variata se­condo l'ispirazione. Oltre a quanto di vivo e spontaneo lo Spi­rito di Gesù farà nascere in cuore, si potrebbe scegliere qual­cuna tra le seguenti espressioni: Gesù, io Ti amo!
Cuore di Gesù, venga il tuo Regno! Dio, mio Papà, sia fatta la tua volontà! Vieni, o Spirito Santo, vieni per Maria! Gesù, Maria vi amo, salvate anime!
(oppure: salvate le famiglie, salvate la gioventù, salvate gli innocenti; i disperati, i moribondi, i Consacrati, ecc...).
4. Prima di iniziare è bene raccogliersi un momento per invocare lo Spirito Santo e la Madonna, Madre di Dio e della Chiesa. Occorre poi dare molto spazio al silenzio.
La formula scelta per l'atto di amore va pronunciata con attenzione, senza fretta e a brevi intervalli. Non è una infan­tile «sparatoria» di pur belle giaculatorie. Anche il santo Ro­sario, la Via Crucis, la lettura della Bibbia, ottime cose in altri momenti, qui le toglierebbero la caratteristica di «onda incessante di amore».
5. Questo momento, bello e impegnativo, può essere vis­suto non solo in chiesa, davanti al Tabernacolo, ma pure in casa, in viaggio, sul lavoro, purché ambiente e tipo di attivi­tà permettano il necessario raccoglimento.
Se ci si dimenticasse qualche volta, o si fosse impediti da impegni imprevisti, non si commette nessuna colpa; piutto­sto si rimedia appena è possibile.
6. «L'onda d'amore» parte da cuori che vogliono la pu­rezza, elevandosi sia pur lentamente e faticosamente al di so­pra delle loro miserie, vincendo con una estrema fiducia in Gesù le insidie del mondo e del Diavolo. Essa
- è lode incessante alla Santissima Trinità;
- è espressione della Comunione dei santi. Infatti pre­ghiamo e amiamo in unità con la Chiesa, con Maria e tutto il Paradiso, con le Anime del Purgatorio, con l'umanità inte­ra come noi pellegrina sulla terra;
- è riparazione dei peccati: del bene tralasciato o mal compiuto, e del male commesso da noi e dal nostro prossimo; - ci fa scoprire la vocazione alla santità, possibile e do­verosa nella vita sacerdotale, religiosa e di famiglia;
- solleva a Dio il cumulo delle sofferenze umane che, per mancanza di fede e di amor di Dio andrebbe sciupata.
7. Per aderire a questa iniziativa, dopo averci ben pensa­to, consiglio di scrivere una letterina semplice con indirizzo completo del mittente e con l'indicazione di quando si vuol fare questa mezz'ora di «Onda d'amore», a questo indirizzo: Don Renzo Del Fante, Via Cavour 21, 20077 Melegnano (MI).
Fratelli e sorelle carissime, voglio ancora ricordarvi che questa pur preziosa iniziativa non è la «piccolissima via d'a­more» che è uno stile di vita che abbraccia tutta la nostra esi­stenza. Ne è una piccola espressione, quasi un allenamento per chi vorrà camminare come Gesù ci ha insegnato in suor Consolata Betrone.
È giunto il tempo di far conoscere, amare ed imitare que­sta piccola e grandissima anima che onora Torino, la sua cit­tà, l'Italia che tanto ha amato, e tutta la Chiesa! Quanti bei
ricordi mi si affollano alla mente: ad esempio la gratitudine che Padre Pio mi ha dimostrato, dopo che mi ebbi confessato da lui la prima volta, quando gli regalai una comune imma­ginetta del Sacro Cuore, sul cui retro suor Consolata, con la sua firma, aveva scritto: «Gesù, Maria vi amo, salvate anime!».
Don RENZO

SUOR CONSOLATA BETRONE

Per molte persone suor Consolata, la Clarissa Cappucci­na di cui si è fatto cenno nella presentazione del manoscritto e la cui via spirituale è rischiarata anche da quanto Gesù det­tò, specialmente negli ultimi capitoli, risulta tuttora una illu­stre sconosciuta.
Eppure il suo esempio e il suo messaggio, attraverso libri approvati dalla Chiesa, hanno da anni raggiunto i luoghi più lontani e influito sulle situazioni umane le più disparate.
Questa piccolissima e perciò grande anima, è nata a Sa­luzzo nel 1903 ed è vissuta poi a Torino. Nel 1929, dopo va­rie esperienze la maggior parte dolorose per il suo carattere leale, attivo, per il suo cuore sincero, affettuoso e irruente, si fa Clarissa Cappuccina. A un lungo periodo di tenebre e di angosce che la portarono spesso sull'orlo della disperazio­ne, subentra un periodo di circa sei anni durante il quale il Cielo pare aprirsi inondandola di luci soprannaturali e di pace.
Da Torino passa in quel di Moncalieri, per la fondazione di un nuovo Monastero. Nonostante la forte costituzione, la sua salute risente del forse eccessivo lavoro manuale e intel­lettuale, della eroica carità che durante la guerra le fa sfama­re le consorelle dimenticando troppo spesso di aver pur lei uno stomaco. Viene consumata soprattutto - vittima gioiosa e coraggiosa per la pace nel mondo - da una intensissima vita interiore. E muore nel 1946 a soli quarantatre anni, a guerra appena finita.

Non è dimenticata!

Nel 1956 1e sue ossa furono portate dal cimitero di Mon­calieri nella Chiesa del suo Monastero di Testona Torinese. So che il venerato card. Maurilio Fossati, arcivescovo di To­rino, aveva suggerito alla Madre Abbadessa del Monastero, l'opportunità di avviare la causa di beatificazione.
Questo fu pure l'auspicio del card. Michele Pellegrino, quando consacrò il nuovo altare della Cappella del Mona­stero nella quale è sepolta suor Consolata.
Quelle parole, udite dalla sua bocca, mentre pronuncia­va l'omelia, mi causarono un piacevolissimo stupore. Comunque vadano le cose, io son certo che questa reli­giosa sarà un giorno conosciuta, amata e seguita non meno di santa Teresa di Lisieux.
Un promettente auspicio è l'avvio della Causa di Beatifi­cazione di suor Consolata, che la Diocesi di Torino ha pro­mosso nel Santuario di Maria Ausiliatrice il giorno 8 febbraio 1995.

LA PICCOLISSIMA VIA DELL'AMORE

Penso sia bene ora riassumere le caratteristiche della via percorsa da suor Consolata Betrone con impegno e costanza fino alla morte, sotto la guida, severa e accorta, di P. Loren­zo Sales.
La «piccolissima via d'amore» si delinea nei tre punti fon­damentali:
- verso Dio: tendere a un atto di amore intenso, inces­sante e silenzioso (verginale);
- verso il prossimo: dire un sì a tutti, nel limite del pos­sibile, e accompagnarlo con il sorriso;
- verso se stessi: sacrificio generoso nel dir di sì a tutto ciò che Dio vuole o permette, accettando con fede e ricono­scenza.
Chi vivesse questo programma, cammina sicuro sulle stra­de di Dio. Ma per evitare di voler far tutto e subito e per non camminare sulle nuvole, è bene scendere ai dettagli.

Le virtù teologali

Siccome si tratta di una via spirituale, ci si deve preoccu­pare più di camminare che di giunger presto alla mèta. Dio ha sempre badato più allo sforzo costante, più alla sincerità dell'entusiasmo che non alla più o meno apparente riuscita.
Bisogna camminare in umiltà e per amore, anche fra conti­nue cadute, anche nella impressione di aver fatto fallimento, per i sentieri talvolta pianeggianti e più spesso scoscesi che la vita di ogni giorno ci pone dinnanzi.
La virtù teologale della Fede ci aiuta a credere non solo alla esistenza di un Dio onnipotente, onnisciente ed eterno, ma ci fa vivere alla sua presenza. Si vive immersi e purificati dal suo infinito amore misericordioso, come portati e 'guidati dalla sua sapiente Provvidenza.
La fede ci impone pure l'umile ubbidienza alla voce di Dio che a noi giunge per mille strade, quali: la nostra co­scienza, i nostri Superiori, il prossimo, la Sacra Scrittura, la Chiesa...
La virtù della Speranza è fonte di pace, cioè di quella gioia spirituale suscitata in noi dallo Spirito Santo e che non viene intaccata neppure dalle lacrime più cocenti del corpo o dello spirito. Ci si fida di Dio, ecco tutto! Dopo che ci ha dato il suo stesso figlio Gesù, e con.Lui la sua e nostra Mamma, e tutto il Cielo che un giorno sarà nostra famiglia, nostra ca­sa per sempre, di cosa mai potremmo temere o dubitare? E non sarebbe ora che la smettessimo di piagnucolare sulle tri­stezze vere o presunte della vita, per accorgerci che ci sono attorno pur tante cose belle e che di bene ce n'è pur tanto, per grazia di Dio anche in noi e attorno a noi. La vita presen­te non è certo una festa continua, ma neppure un intermina­bile funerale: è solo una cosa seria e per tutti.
Chi vuol seguire la via indicataci da Gesù per mezzo di suor Consolata deve avere il cuore libero da pesi e la mente sgombra da preoccupazioni.
Come è cristianamente indovinato lasciare il nostro passato alla Misericordia di Dio, il presente al suo amoroso Vo­lere e il futuro alla sua paterna Provvidenza!...
La virtù della Carità è contemporaneamente la mèta e l'os­sigeno di chi percorre questa via. Ci si sforza di amare sem­pre più il Signore; senza però soffermarci a misurare inge­nuamente la gradazione del nostro progresso spirituale.
Si procede con umiltà fiduciosa, con serietà di applica­zione, attratti dal Cuore di Gesù al quale si lascia l'iniziativa e la guida della nostra esistenza. Gesù è cercato ed amato non però come un rifugio intimistico, ma come centro di attra­zione e di irradiazione per tutta l'umanità, per l'universo in­tero. Si vuol crescere in un amore personale ed insieme uni­versale. Si prega e si ama come piccola voce dell'immenso coro della Creazione.
La Carità che Dio ci comunica, diventa pure amore per il prossimo, avendo come programma una disponibilità con­tinua e totale, sempre nei limiti dell'onesto e del ragionevo­le. Questa effettiva disponibilità ai bisogni degli altri può es­sere motivata ed alimentata solo da un elevato spirito di fede e da una forte abitudine al sacrificio. Diversamente il nostro caro prossimo, non quello idealizzato dei libri o delle confe­renze, ma quello con il quale ci schiacciamo i piedi ogni gior­no, si incarica subito a farci passar presto la poesia...
Ritengo che sarà proprio la pratica del sacrificio, ricono­scenti a Dio che ce lo chiede, e della carità autentica e sor­ridente al prossimo con cui ci è toccato vivere, che ci aiu­terà a verificare se questa «piccolissima via dell'amore» è per noi una utopia, un gioco di parole, o se si trasforma in un procedere lento ma sicuro sulla strada della «semplifica­zione» della nostra esistenza, verso quella infanzia spirituale
richiesta come passaporto a chi vuol entrare nel Regno dei cieli.

La virtù del silenzio

Il silenzio è la virtù di chi sa esprimersi nei modi e nei momenti opportuni. Non è virtù perciò la timidezza o la stu­pidità di chi non sa parlare, e ancor meno lo è la musoneria di chi si chiude in se stesso.
La piccolissima via dell'amore va percorsa in silenzio.
Silenzio di preoccupazioni. Si lascia a Gesù di pensare al­le nostre cose, volendo noi pensare innanzitutto alle sue. Chi riesce a fidarsi davvero di Gesù, si accorge come il Signore assai prima e meglio di noi sappia provvedere anche alle no­stre necessità materiali. Non agisce in forma miracolistica, ma muove con forza e sapienza noi stessi, il prossimo e le situazioni in cui veniamo a trovarci.
Silenzio di pensieri inutili. Quanti castelli in aria ci fab­brichiamo in continuazione! Quanti interessamenti e curiosi­tà indebite nelle faccende altrui! E quanti discorsi inconclu­denti andiamo tessendo con noi stessi, gonfiandoci o depri­mendoci secondo i casi!...
Silenzio di affetti troppo umani. Chi vuol seguire da vici­no Gesù, deve decisamente mettere Lui al primo posto. Co­me è scritto nel primo comandamento, il Signore non vuole altro dio all'infuori di Lui.
Capita invece che, con la scusa di volere essere buoni, di doverlo amare questo prossimo, ci affezioniamo un po' trop­po a persone di casa e non di casa, con nostro e loro danno.
Se siamo onesti con la nostra coscienza, vediamo che an­diamo affondando nella ricerca delle soddisfazioni che spe­riamo di attingere dagli altri, in una forma di schiavitù reci­proca che ci blocca invece che farci andare incontro agli al­tri, per il bene e la gioia altrui.
Silenzio di parole inopportune. Per raggiungere, anche se in misura sempre limitatissima, una abituale unione con Dio attraverso un atto di amore incessante, è necessario ridurre al minimo le parole.
Quante parole inutili si leggono e si ascoltano! E fossero solo inutili!... Quante parole vane, superficiali ci escono di bocca, senza contare quelle insincere, le ineducate, le catti­velle, le vanitose, le equivoche. Se siamo così poco ascoltati dal nostro prossimo, sta nel fatto che parliamo troppo.
Anche con il Signore, senza avvedercene, chiacchieriamo troppo, vogliamo dire tutto noi, a scapito della vera preghiera che è colloquio con Dio, quindi anche e soprattutto ascolto.
Suor Consolata, da brava Clarissa Cappuccina, si era im­posta di parlare solo quando veniva interrogata e quando i suoi impegni, i doveri di carità e di cortesia, lo esigevano.
Forse a qualcuno di noi basterebbe ridurre al minimo i discorsi inopportuni e le chiacchiere inutili. Questo sarebbe almeno un primo passo sulla strada del silenzio, di quella vi­ta interiore nella quale Gesù non solo parla più volentieri, ma arrischierebbe pure di venire da noi inteso.

In santa letizia

Conosco solo poche decine di persone che, da alcuni an­ni, si impegnano a camminare sulla «piccolissima via dell'a­more», sulle orme di santa Teresina e di suor Consolata.
Mi confidano che l'impresa è piuttosto seria, e sarebbe capace di creare tensioni e poi delusioni se la si volesse por­tare avanti da soli e in fretta. Queste stesse persone mi assi­curano che il cammino verso il puro e continuo amor di Dio riserva loro continue e profonde soddisfazioni, come avvie­ne agli scalatori che si inerpicano sulle nostre Alpi.
La gioia vera è contemporaneamente un dono dello Spiri­to Santo ed una virtù, frutto di continui sforzi nel superare la tristezza e l'avvilimento. Il pessimismo, il ripiegarsi pie­toso su se stessi non portano certo né allegria né vita!
Senza questa comunicativa letizia non ci è possibile se­guire la strada che ha per mèta provvisoria il Calvario e defi­nitiva il godimento eterno di Dio, e in Lui di ogni altro bene senza alcun male. Se pensassimo a quante sorprese felici Dio ci ha destinato!...
Occorre quindi sforzare di rendere il carattere:
- gioioso con Gesù, con la Madonna, con tutto il Mon­do ancora invisibile ma già a noi tanto vicino.
Se dovessimo vagliare l'argomento dei nostri colloqui con Dio, registreremmo una percentuale alta di lamentele sulle nostre pene e timori, sulle ingiustizie subite, sui nostri e al­trui errori.
Ha una bella pazienza il nostro Divino Interlocutore per lasciar parlare solo noi, di noi stessi e in un tono troppo spes­so funereo!
- gioioso con noi stessi. A volte ce la prendiamo con gli altri, ma in realtà siamo in collera contro noi stessi. Ma accettiamo, una buona volta per tutte, la nostra meschinità, i limiti fisici e intellettuali, morali e spirituali!... Invece si continua a fare dispiaciute meraviglie dello scarso e troppo spesso avariato prodotto della nostra vigna.
Diventiamo sfacciatamente umili, per essere più sereni e coraggiosi! Dio esige la nostra fiducia nella sua Misericordia e nella sua Provvidenza perché sa di quale fango siamo im­pastati.
- gioioso con gli altri. Scrivevo, nella introduzione alla prima edizione di questo opuscolo, quando era morto da po­chi giorni il venerato Papa Giovanni Paolo I: «In un mese di pontificato aveva già conquistato la simpatia del mondo con la purezza e bontà del suo sorriso. Fu un uomo umile, un uo­mo buono, veramente "uno di noi" nel senso che la gente vi intuiva realizzato ciò che ciascuno vorrebbe essere».
Anche a suor Consolata Gesù chiede di essere buona, com­prensiva e generosa con il prossimo nei favori concreti e nel­le belle maniere. Voleva sul suo volto (che pure ha conosciu­to tante lacrime) un invincibile sorriso, costasse qualunque prezzo esprimerlo.
Chi l'ha conosciuta attesta che il suo sorriso, aperto e lu­minoso di quell'amore pulito, tanto raro oggidì, in certi mo­menti a lei dovette costare eroismo.

Mio Dio, ti amo!

Tendere a un atto incessante di amore è la caratteristica di questa via spirituale; è decisamente il punto più bello, an­che se è facile fraintenderlo.
Un atto sincero di amor di Dio (al di sopra della formula­zione, deve nascere dalla mente e dal cuore) è l'azione più alta e più utile che una persona possa compiere. Ogni volta che lo si ripete, si cresce in grazia di Dio e quindi esso acqui­sta un valore ancor più grande.
Già il ricordarsi frequentemente di Dio, il fare «dal di den­tro» atti di amore verso Gesù, la Madonna e per la salvezza delle anime è abitudine lodevolissima, e fortunati quelli che la posseggono!
Ma la piccolissima via d'amore conduce ancora oltre: vuol fare di questi atti di puro amore uno stato d'animo abituale. Padre Lorenzo Sales, Direttore Spirituale di suor Conso­lata e credo anche di quella Religiosa che ha steso il mano­scritto qui pubblicato, mi pregò di spiegare bene come inten­dere la continuità di questo «atto di amore».
lo credo che esso, nella vita soprannaturale, debba corri­spondere a quanto nella vita fisica è il battito del cuore o il dilatarsi dei polmoni per la circolazione del sangue e la re­spirazione. Guai se uno non respirasse o avvertisse il cessare dei battiti del cuore! Eppure, se è sano, trova in queste «atti­vità», non un peso in più della vita, ma una condizione per­ché essa prosegua.
Anche l'atto di amore non deve essere un peso che schiac­cia, un impegno che scoraggia, come se si trattasse di una produzione meccanica e ininterrotta di sante giaculatorie. Chi prendesse questo abbaglio va subito fuori strada, mette di­sordine e stanchezza nella propria giornata e fà tutt'altro di ciò che Gesù desidera.
Chi è chiamato per questa strada a quella santità dai molti volti ma alla quale tutti dovremmo giungere (amare Dio e il prossimo con tutta la mente, il cuore e la nostra energia!) dà risolutamente a Dio il primo posto e all'amore del prossimo il primo impegno.
Con fatica, forse dopo anni di prove parzialmente fallite, si vuol giungere a un atto di amore moralmente continuo, sol­lecitato in noi e dalla buona volontà e da una grazia speciale dello Spirito Santo vivente in noi.
Per prendere luce da un altro paragone: l'atto di amore (o «laus perennis», come è detto in questo opuscolo) è qual­cosa di simile e di meglio del «pensiero» abituale che una brava mamma ha per i suoi figli, vicini a lei o lontani che siano, del «pensiero» che un bravo papà ha per la sua famiglia, an­che se le sue braccia e il suo cervello sono impegnati in altre faccende. È un legame spirituale più forte di quell'affetto (se è sincero e pulito) che già lega i cuori di due fidanzati che si preparano a formare una bella famiglia.
Se questi «pensieri» sono vissuti da esseri equilibrati, più si fanno frequenti e intensi e più aiutano a vivere meglio il proprio ruolo, impedendo la dispersione delle energie in al­tri settori marginali o contrastanti. Lo stesso avviene nel cam­po della vita soprannaturale. Più si ama e più si vorrebbe ama­re, e più si cercano i mezzi non tanto per dire ma per espri­mere con i fatti questo amore che lo Spirito di Gesù accende e alimenta in noi.

Fiducia e semplicità

Se c'è qualcosa che per sua natura è spontaneo e allergico alle formule fisse, è il modo di esprimere l'amore, la nostra fi­ducia, l'abbandono. Anche suor Consolata, sotto la guida del Signore, variò le espressioni del suo incessante atto di amore.
Passò dal grido, che a dieci anni le faceva battere forte il cuore, «Mio Dio, io ti amo!» al «Gesù, Maria vi amo!», al classico «Gesù, Maria vi amo, salvate anime!», per sem­plificare di nuovo la espressione fino a ridurla a un soffio «Ge­sù, Gesù.,.» negli ultimi giorni di vita.
Ciò significa che un atto di amore è essenzialmente spiri­tuale: è la nostra libera volontà che desidera il Signore, che vuole farlo contento adeguandosi al suo Volere. E questo «vo­lergli bene» glielo ripetiamo continuamente, senza orgoglio e senza timidezza, con una sincerità che si basa non sulla no­stra «bontà» ma su quella, infinita, di Dio. «Amami come sei - sembra voglia invitarci il Signore - e non attendere a sen­tirti "santa" per potermelo dire!».
Se fosse così, dovremmo attendere tutta la vita invano... anche perché più ci si avvicina a Dio e più ci si sente meschini.

Gesù, Maria, vi amo, salvate anime!

Noi amiamo Gesù per Lui stesso e per arrivare meglio nel Cuore della Santissima Trinità, attraverso la mediazione del­la sua Persona di Uomo-Dio. Suor Consolata amò appassio­natamente Gesù, spremendo dal suo cuore forte e sensibilis­simo tutto l'amore di cui fu capace, aiutata poi da grazie straordinarie perché fosse anche a noi di modello.
Sente Gesù presente, come nel Vangelo ha promesso, nel proprio spirito e lo adora vivente nel santo Tabernacolo. El­la vuol far contento questo Gesù immensamente buono, che non la abbandona un istante, che è comprensivo della sua de­bolezza ma che pure esige da lei il massimo di buona volontà.
Ama un Gesù vicino, Dio come l'Eterno Padre e di carne ed ossa come ciascuno di noi; è un Gesù fratello e amico, sposo e maestro, crocifisso e vincitore Colui che chiede la sua fiducia, e al Quale lei dona senza rimpianti le sue confi­denze, tutto il suo cuore.
Noi amiamo Maria, perché così vuole Gesù, perché non c'è strada migliore per conoscere, amare e imitare suo Fi­glio. Chi cerca Gesù, trova Maria; chi va da Maria, incontra Gesù!
La Madonna, in questo atto di amore, è la Mamma che riceve la nostra attestazione di affetto con una gioia intensa e sempre nuova. È pure la Mediatrice di ogni bene, che ci ha ottenuto di poter compiere questo atto di amore, e poi lo raccoglie, abbellendolo di immacolato splendore e così lo pre­senta al Signore.
«Salvate anime!». Nel voler amare Dio, ora a noi invisi­bile, potremmo cadere in un pericoloso narcisismo, illuden­doci di amare Lui mentre scivoliamo nella palude del senti­mentalismo, della adorazione di noi stessi.
Occorre una verifica, quella del Vangelo in cui Gesù uni­sce al comandamento di amare Dio con tutte le forze il dove­re di amare il nostro prossimo, come lo ha amato Lui.
L'atto di amore verso Dio si completa così nell'amore per le anime, senza escluderne nessuna, senza separare i bisogni materiali dalle necessità spirituali, ma amando e pregando co­me Gesù ci ha insegnato nel Padre nostro.
Non dimentichiamo che già il pregare per gli altri è «fa­re» qualcosa di concreto: anzi è la forma più fine e preziosa della carità. Se poi consideriamo la dottrina spirituale e an­cor più la vita quotidiana come fu vissuta da suor Consolata, vediamo come questo «pregare» per gli altri si traduce neces­sariamente nel cercar di venire incontro, a tutti i livelli, a chi passa con noi questi pochi anni di vita, in attesa dell'eternità.

Un cuore grande

È interessante cogliere, dai suoi scritti e dalle testimonianze di chi l'ha conosciuta, quali fossero le persone che più le sta­vano a cuore nella preghiera, nella carità e nel sacrificio.
- Anzitutto i Sacerdoti e le Anime consacrate che aves­sero tradito la loro vocazione. Per i Sacerdoti poi Gesù chie­deva che si ottenesse la loro conversione e non una sistema­zione giuridica che addormentasse le coscienze e scandaliz­zasse i fedeli.
- Il Papa, visto come vivo simbolo di unità, di verità, di amore nella Chiesa, per la salvezza dell'intero mondo. - Le persone disperate, sia per ingiustizie subite, sia per rimorso per delitti compiuti o per vite sbagliate, quali i car­cerati e le prostitute. Queste «poverette» hanno avuto affetto e preghiera da parte di suor Consolata che aborriva il pecca­to impuro, ma che non ha mai disprezzato chi ne era vittima e persino più o meno volontaria causa. Voleva tutti salvi! - I bambini, che amava teneramente, e la gioventù con le cui ansie ha vibrato come non si saprebbe supporre in una suora di clausura.
- I moribondi, cioè le persone che stanno per presentar­si al Tribunale di Dio, perché lo stato d'animo di quell'istan­te sia ratificato in una eternità di amore e di pace e non in una eternità di odio e disperazione.
- Le anime sante del Purgatorio, in questi ultimi anni così dimenticate (pur trattandosi della stragrande maggioranza, almeno così speriamo, delle persone che passano da questa all'altra vita), che soffrono la dolorosissima attesa del Cielo in un amore struggente per un Signore e un prossimo non suf­ficientemente amati sulla terra.
- La sua città, Torino, e la sua e nostra patria, l'Italia, che ha visto degradarsi nella corruzione e sanguinare nella guerra. Io sono convinto che dal Paradiso suor Consolata prega ancora per questa povera Italia che si è resa sempre
meno degna della predilezione di Dio. E ne otterrà la sal­vezza!
La capacità straordinaria che questa anima meravigliosa ha posseduto nel consolare e incoraggiare al bene, e la vasti­tà dell'influsso benefico delle grazie materiali e spirituali che in parte già ottiene (e ancor più otterrà, quando verrà la sua ora) dal Cielo, io penso che corrispondano all'impegno che dimostrò quaggiù nell'amare Dio, di tacere e soffrire lei per poter ascoltare e far sorridere gli altri.
La piccolissima via d'amore è aperta ai cuori grandi, po­veri di superbia e ricchi di fiducia, infantilmente ottimisti e pur attenti ai problemi e alle sofferenze altrui.
Che il prezioso manoscritto qui raccolto e questa non inu­tile appendice portino pace e bene in tante anime!

OFFERTA EROICA

Questo Atto di Offerta fu composto da suor Con­solata; venne da lei riletto ogni giorno e soprat­tutto fu vissuto, senza pentimenti, fino all'ulti­ma ora della sua breve ma intensa vita.
Vorrei far notare che lei, umilmente, non si sen­tì di chiedere a Dio nessuna sofferenza; solo ac­cettò con fiducia ed in anticipo quanto Dio avreb­be permesso.
«Gesù, ti offro tutta me stessa per il ritorno al tuo Cuore dei Sacerdoti e delle Anime a Te consacrate che ti hanno tra­dito e abbandonato.
Affinché Tu possa riversare ancora sulle loro anime l'on­da infinita della tua misericordia e ridonare ad esse l'inno­cenza, le tenerezze ed i tesori del tuo Amore, questa tua po­vera creatura si asside oggi, per rimanervi fino all'ultimo re­spiro, alla mensa delle tenebre, tentazioni ed angosce.
Acconsento, o Gesù, a bere da sola il calice dell'amarez­za sino alla feccia, lasciando che anima e cuore siano fatti a brani ed il corpo si distrugga senza sollievo.
Ti chiedo che tutto passi inosservato, in un silenzio di tom­ba, colorito da costante sorriso, perciò vivi ed agisci in me. Io confido in Te e nella nostra dolce, fortissima Madre, e non c'è confusione per chi in Voi confida.
Gesù, ti amo: salva i miei poveri Fratelli e le mie infelici Sorelle! Gesù, Maria, vi amo, salvate Anime!».

SUOR CONSOLATA ALLE «PICCOLISSIME»

Su richiesta del suo Direttore spirituale P. Io­renio Sales, suor Consolata scrisse a quelle per­
sone che avrebbero accolto il messaggio del Cuo­re di Gesù al mondo, seguendo la «piccolissima via dell'Amore». Eccone i passi più significativi:
Carissima «Piccolissima» del Cuore di Gesù,
alla sera, mettendoti a riposo, pregherai il tuo buon An­gelo Custode che, mentre tu dormi, ami Lui Gesù in vece tua, e che ti svegli il mattino seguente, ispirandoti l'atto d'a­more. Se tu sarai fedele a pregarlo così ogni sera, Lui sarà fedele ogni mattina a svegliarti in un «Gesù Maria vi amo, salvate anime!».
Incominciata così la tua giornata, proseguirai ad amare sino al tuo incontro con Gesù Eucaristia. Ciò non vuol dire che tu debba lasciare ogni tua preghiera. No, continua pure le tue solite pratiche di pietà, ma non aggiungerne altre; la­scia che il tuo atto d'amore assorba ogni ritaglio di tempo libero e, in seguito, se Gesù te lo ispirerà, anche qualche tua preghiera vocale.
Nella santa Comunione affida, abbandona a Gesù te stes­sa, le tue preoccupazioni, i tuoi progetti, desideri, le tue pe­ne e non ci pensare più; poiché tutta la vita d'una Piccolissi­ma si basa sulla promessa divina: Io penserò a tutto, sino ai minimi particolari, tu pensa solo ad amarmi.
Ricòpiati queste parole in calce a un'immagine del Sacro Cuore, fa in modo di averle sempre presenti: ti saranno di
grande aiuto per liberare il tuo spirito da ogni preoccupazio­ne e proverai per esperienza come Gesù è fedele a mantenere questa sua promessa.
Dopo aver abbandonato tutto a Gesù nella Santa Comu­nione, rinnovagli la tua promessa dell'atto incessante d'amo­re, del «sì» a tutto ciò che Egli ti chiederà lungo il giorno e il proposito di vederlo, parlargli e servirlo con amore in tutte le creature, con le quali tu avrai a che fare.
Metti una volta per sempre l'intenzione che ogni tuo atto d'amore salga in Cielo ancora quale supplica, che ti impetri la fedeltà a proseguirlo ininterrottamente sino alla Comunio­ne seguente e sia quale riparazione di ogni tua infedeltà.
Lascerai la chiesa incominciando il tuo atto d'amore, che continuerai per via, in casa e nel compimento di ogni tuo do­vere. Ricordati sempre che Gesù ha promesso che, quando tu scrivi, o preghi, o mediti, o parli per necessità o carità, l'atto d'amore continua ugualmente.
Sul lavoro, se ti è possibile, procura d'aver dinanzi a te, scritto su di una immagine o cartoncino: «Gesù Maria vi amo, salvate anime!»; ti servirà di richiamo.
Fra gli ostacoli per dare a Gesù l'atto incessante d'amore verginale, Gesù stesso insegna a combatterne tre: pensieri inu­tili, interessamenti, discorsi inutili.
- Pensieri, preoccupazioni: tutto diventa inutile, dal mo­mento che Gesù promette alla sua Piccolissima di pensare Lui a tutto, sino ai minimi particolari.
- Discorsi inutili: se parli non constretta dal dovere, dalla carità, dalla convenienza, è tempo sprecato che rubi al­l'Amore.
- Interessamenti, curiosità, ecc. Insomma tutto ciò che distoglie il tuo spirito dall'unica cosa alla quale ti sei votata: amare Gesù incessantemente e con amore verginale.
Bisogna però che tu convenga che per realizzare il desi­derio divino: non perdere un atto d'amore e un atto di carità da una Comunione all'altra, il lavorìo della tua anima, sor­retta dalla grazia, sarà lungo e richiederà non poco tempo, sforzi generosi e costanti, e soprattutto non scoraggiarti mai.
A ogni infedeltà più o meno volontaria, rinnova il tuo pro­posito di amore verginale e ricomincia. Se questa infedeltà ti fa soffrire, tu offrila a Gesù... quale atto d'amore! Vedrai e constaterai con quanta tenerezza Gesù ti rialzerà dopo una caduta, una infedeltà, come si affretterà a rimetterti in piedi, perché tu possa continuare il tuo canto d'amore.
Quello che ti aiuterà maggiormente a dare a Gesù l'atto incessante d'amore, sarà il rinnovarne il proposito a ogni ora; e, in secondo luogo, l'esame particolare su di esso. Ritieni che, nell'esame particolare sull'atto incessante d'amore, se­gnerai per mancanza solo il tempo sprecato in discorsi inutili o nel seguire la fantasia, pensieri inutili ecc. Ripara la man­canza, magari facendo qualche penitenza particolare subito e riprendi tranquillamente ad amare.
Però il proposito al quale devi consacrare tutte le tue ener­gie, sarà sempre sull'incessante atto d'amore. Ma non teme­re, Gesù ti aiuterà. Egli ha detto: Non ti chiedo che questo: un atto incessante d'amore... Amami, ho sete del tuo amo­re... Amami e sarai felice, e più mi amerai e più sarai feli­ce!... Egli è fedele.
Coraggio, Gesù e Maria ti aiuteranno. Non temere mai: confida a credi al loro amore per te. Aff.ma suor M. CONSOLATA

3 commenti:

  1. Vorrei un chiarimento in MENDICANTE D'AMORE GESù DICE:è vero che tu non hai niente di bello da attirare il mio amore,ma io amandoti tanto,amo in te l'amore mio che si riversa in te ecc..Ma Dio non ci ama per QUELLO che siamo? così dicendo sembra che Lui vuole che lo amiamo per compiacersi ancora di più di Sè perchè senza il suo amore non siamo nulla.come?! lo dobbiamo amare così lui può godere ancora di più del suo stesso amore che Egli ci dona? ho sicuramente capito male! urge chiarimento!

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  2. perchè non rispondete al mio post?non è forse degno di una risposta esauriente? mi sembra degno di un chiarimento!!!se ho capito bene AMEN ne troverò sicuramente una ragione altrimenti chiaritemi le idee. grazie

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  3. Infatti ,Dio ci ama per quello che siamo . Siamo sue creature , create a sua immagine e somiglianza. Questo significa che se accettiamo di unirci a Lui possiamo veramente amare con amore infinito. " Con il suo stesso amore" , proprio come hanno amato i Santi. Dio è amore e si nutre d'amore . L'unica cosA che noi possiamo dare a Dio è la volontà di amarlo, ma l'amore vero, puro , gratuito sarà sempre Lui a riversarlo nei nostri cuori. Tutto è grazia e tutto proviene da Lui.Dio è Padre e come tale ha bisogno di essere amato da noi che siamo suoi figli.Lui non vuole godere del suo stesso amore che ci dona, ma si compiace quando le sue creature desiderano amarlo, è allora che il nostro amore umano ( egoistico) può essere mutato da Lui in amore divino, cioè gratuito e totale. Spero di averti risposto.Dio ti benedica.

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