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sabato 5 maggio 2012

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 26,14-25)


+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 26,14-25) Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?» In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono
la Pasqua.
Venut
a la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».


Matteo mette in evidenza che è proprio Giuda che va dai capi per ‘consegnare’ Gesù al prezzo di trenta monete d’argento. Il commento di Gesù: Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato! – non è una maledizione ma è un modo di esprimere la sofferenza nel vedere che questo suo discepolo non riesce ad aprirsi alla vita, che rimane incompleto, incompiuto, e nella Bibbia ad una persona che rimane incompiuta viene detto: “E’ meglio che non fosse mai nata!” - E’ dunque un semitismo che Matteo usa.

E’ interessante che la ‘compera’ di un uomo in Israele costava 50 monete d’oro, quella della donna 30, quella dello schiavo 30. Gesù dunque viene venduto al prezzo di uno schiavo. Questo mette in evidenza che tipo di reputazione avesse Gesù presso i capi del popolo. Quindi si è trattato di un acquisto veramente al ribasso: per loro Gesù non meritava nemmeno di essere considerato come un uomo. Ci viene certamente da riandare alle parole del Profeta Isaia: Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima”. (Is 53,3)

In verità io vi dico Questa espressione di Gesù non indica solo una solennità in quello che sta per dire, ma dice anche una sorta di ‘amen’, di affidamento al Padre per quello che sta dicendo.

Altro aspetto importante: Gesù fa Pasqua con tutti gli apostoli e a tutti offre il servizio della lavanda dei piedi, mette tutti sullo stesso piano; non si turba, pur sapendo che c’è uno che lo tradisce.

«Sono forse io, Signore?» Tutti si sentivano interpellati, tutti si sentivano in colpa; tutti erano ‘discordi' con Gesù circa il suo modo di affrontare Gerusalemme: Gesù aveva annunciato che non sarebbe andato come trionfatore, ma per affrontare la passione. Nel cuore di ogni discepolo è celato il dubbio di Giuda: ‘Sono forse io’? Ancora non c’è chiarezza nel loro cuore. Gesù però non vuole svelare chi sarà il traditore perciò dice: “Colui che ha messo con me la mano nel piatto. La mano nel piatto la mettevano tutti perché nelle cene importanti si disponevano intorno alla mensa e attingevano tutti al piatto centrale. (Ai tempi in cui viveva Gesù si era soliti mettere nel tavolo alcuni vassoi comuni nei quali si intingeva il pane o le erbe amare).

Gesù non vuole svelare il traditore finchè Giuda stesso rivelerà sé stesso: «Rabbì, sono forse io? Gli rispose: «Tu l’hai detto». Da qui capiamo quanto il Signore abbia amato Giuda. In Giovanni (Gv 13,21-33.36-3) è descritto così: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Si vede proprio da questo gesto, che il Signore compie, quanto sia stata grande la sua sollecitudine per aprire il cuore a Giuda. Mi raccontavano che ancora oggi nel deserto siriano, quando arriva un ospite importante o quando si vuole solennizzare un momento di incontro, si fa sdraiare l’ospite su una specie di triclinio, di divano, nella propria casa, si intinge il pane nel piatto centrale in una specie di salsetta, quindi lo si offre alla persona più importante che è alla tavola e che si vuole onorare. Vediamo qui il tentativo di Gesù, fino all’ultimo, di passare vita, di offrire amicizia, di dare amore. Ma Giuda non era aperto all’amore. Questo significa l'espressione: Satana entrò in lui . Giuda si è chiuso all’amore, alla riconciliazione, al perdono.

Giovanni dice ancora: Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Il buio, in senso teologico, è quello interiore, quello della coscienza, che ormai soggioga Giuda e lo trascina alla deriva perché egli ancora non riesce a comprendere il gesto ultimo, estremo, di Gesù per aprirgli gli occhi del cuore.

Chiediamo al Signore di essere attenti ai piccoli ‘bocconi’ che ci vengono offerti ogni giorno dalla sua Provvidenza. Il principale di questi è l’Eucarestia. Ci aiuti Lui a saper arare il nostro campo, a saper togliere i massi e i sassi che ci impediscono il procedere dell’aratro. Solo così avremo poi la gioia di vedere le spighe nascere e diventare pane fragrante: la presenza del Signore in mezzo a noi, pane che doniamo anche ai nostri fratelli.


Cari saluti. Sr. Ivana

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