In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Parola del Signore
Era
scritto:“Voi sarete santi perché Io, il Signore Dio vostro, sono santo”.
Ma era un Dio talmente inaccessibile, talmente ‘lontano’ che era impossibile
arrivare a quella imitazione di santità. L’uomo era ‘santo’ perché era simile al
Padre, ma come? Nell’osservanza delle leggi.
Luca capovolge la mentalità ebraica, e semitica in
particolare, capovolge la logica del perseguimento della santità. Non più
‘santo’ inteso come ‘separato’, che talvolta può diventare un essere concentrato
sul proprio diventare, ma: «Siate
misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso». La santità qui è lo sforzarsi di incarnare un atteggiamento di
cuore perché ‘misericors’ chiama in campo il cuore.
(Misericordia è sentimento generato
dalla compassione per
la miseria altrui
(morale o spirituale). Deriva dal latino misericors (genitivo misericordis) e da misereor (ho pietà)
e cor -cordis (cuore);
cfr. miserère: abbi
misericordia. È una virtù
morale tenuta
in grande considerazione dall'etica
cristiana e
si concreta in opere di pietà o, appunto, di misericordia) – dall’Enciclopedia
–
L’uomo è
chiamato a donare il suo cuore. Questa è la misericordia: sentimenti, affetti,
ma anche intelligenza; tutto insieme è il cuore,
la misericordia infatti si aggiunge alla
misericordia, e il perdono si unisce all'oblio perciò la misericordia è quell'
‘eccedenza d'amore’ per
cui il Signore, di fronte alla folla affamata e stanca, mette alla prova il
cuore dei discepoli e li coinvolge in un miracolo di moltiplicazione di vita, e
vita in abbondanza perché ne raccolsero sette ceste piene.
”Tutti
ne mangiarono e furono saziati; e dei pezzi avanzati si raccolsero sette
panieri”
In questa
quaresima è il cuore che va coniugato con la preghiera, quando per preghiera
intendiamo accoglienza del Cuore di Gesù, ricco di misericordia, che
ci dice continuamente: “L’avete fatto a me!” “Amatevi l'un l'altro come io ho
amato voi” Allora la nostra santità sarà un atteggiamento molto più
comprensibile, molto più leggibile, molto più verificabile perché è il donare il
nostro cuore ai fratelli.
Anche
l'antifona di Comunione ribadisce:
come è misericordioso il Padre vostro”,
dice il Signore. (Lc 6,36)
Gesù ci avverte poi che vi è una esatta proporzione tra la misericordia che esercitiamo nei confronti dei nostri fratelli e quella che riceveremo dal Padre. Dio ci ama al punto di mettere nelle nostre mani la “misura” stessa di cui egli si serve per elargire il suo amore. Ma egli vuole che noi ce ne serviamo come lui, per dare senza misura.
Ci indica anche come esercitare la misericordia: non giudicare. Anche se siamo responsabili di qualcuno, non dobbiamo mai giudicare le sue intenzioni perchè non sappiamo quali siano i suoi sentimenti profondi, e il segreto del suo cuore non appartiene che a Dio.
Condannare è ancor peggio: è dare un giudizio definitivo. Evitiamo la più piccola condanna, nelle nostre parole e nei nostri gesti. Al contrario, sforziamoci sempre di assolvere, di scusare, di rimettere a ciascuno il suo debito; cerchiamo di perdonare sempre e riceveremo anche il perdono del Padre. È così che verrà il regno di Dio “come in cielo così in terra”. -
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