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mercoledì 25 gennaio 2012

Satana è finito-Mc 3,22-30




+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 3,22-30)
Satana è finito.


In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

Parola del Signore

Abbiamo visto nel Vangelo di sabato come i familiari di Gesù lo hanno chiamato “matto” – fuori di sé – perché si era messo contro i capi di Gerusalemme, contro il tempio, contro la sinagoga, contro i luoghi più santi della tradizione ebraica perché voleva portare l’uomo ad un culto verso il Padre “in spirito e verità”, lasciando il culto legalistico, fatto di osservanza alle leggi.

Nel brano di oggi gli scribi e i farisei vedono questo come una minaccia al loro potere perché le folle stanno veramente abbandonando il vecchio insegnamento e stanno seguendo Gesù. Allora c’è solo un modo per far fuori una persona: non possono ancora ucciderlo perché il tempo non è ancora venuto, ma si può farlo fuori, pensano, a livello morale e psicologico cioè con la calunnia. Quindi questi scribi vengono giù da Gerusalemme non tanto per accertare la verità, quanto per condannare Gesù. La condanna per loro è già stata decretata: attribuiscono al demonio ciò che è evidente opera di Dio.

Demoni ce n’erano circa 150, nelle loro culture. Gli scribi attribuiscono l’opera di Gesù al capo dei demoni che per loro è Belzebul.

Baal Zebul era in origine il nome di un’antica divinità siriana; significa probabilmente ‘signore della casa o del tempio'. Nel secondo libro dei Re (2Re 1,2), con un gioco di parole, si ridicolarizza questa falsa divinità chiamandola Baal Zebub, cioè dio delle mosche ( che viaggiavano sul letame). Per gli scribi è come a dire: “State attenti che Gesù guarisce con la potenza del signore del letame e vi infetta ancora di più”. Ragionamento perverso. Sono veramente incalliti nei loro propositi. E’ questo che è imperdonabile. La cecità volontaria davanti alla Luce!


Gesù non se la prende e porta prima un ragionamento logico: Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito

E poi un insegnamento: In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».


Su Gesù era sceso lo Spirito Santo, in forma simbolica di colomba, nel battesimo al Giordano. Su di Lui, loro dicono invece, è sceso uno spirito impuro: dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

Questo è l’unico peccato che non viene perdonato perché porta alla impenitenza finale. Vengono perdonate fragilità, bestemmie…, ma quando si sconvolge la verità, si dimostra un tale ‘incistamento’ nel male che si diventa impenetrabili al perdono.


Marco si schiera qui contro il culto ufficiale perché era un culto opprimente. Dio non vuole gente ‘oppressa. Scribi e farisei si sentono minacciati e calunniano Gesù.


E’ da stare attenti anche noi perché il parlare male degli altri, la diffamazione talvolta rivela i nostri malesseri interiori, le nostre minacce oscure, lede la dignità della persona e va contro Dio stesso che è il Dio della compassione.


Bisogna avere occhi limpidi e orecchi ben aperti, essere liberi dai propri pregiudizi di sapienza umana e religiosa, per vedere con chiarezza il mistero del Regno nella realtà così ambigua che ci sta davanti: allora, nella debolezza e nella stoltezza della croce, rivelata solo ai piccoli e agli umili, riusciamo a scorgere la potenza e la sapienza di Dio. Diversamente pensiamo che Dio sia « pazzo » e noi restiamo nel regno del male, di casa con Satana.

Il vero criterio di appartenenza alla famiglia di Gesù (vv. 33-35 di Marco “Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli?) è questo: non sono « i sapienti, gli scribi, i sottili di questo mondo » (cf.r. Cor 1, 20) i veri familiari di Dio, ma sono nella sua casa e costituiscono la sua chiesa coloro che sanno « stare con lui» e compiere la sua volontà », seguendo lo stesso cammino che Lui ha percorso.

Domenica scorsa abbiamo sentito il Vangelo della chiamata dei dodici apostoli, cioè della Chiesa, a stare con Lui. A questa chiamata cerchiamo di essere aperti nella nostra esperienza quotidiana e nell’accoglienza reciproca di ogni domanda di vita e di Dio

Cari saluti  Sr .Ivana

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