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mercoledì 25 gennaio 2012

fino al sorgere delle stelle -Matteo 20,1-16

Vangelo: Matteo 20,1-16

Mi colpisce molto questa parabola in aprticolare questo fatto:


Il padrone rivendica a sé la sovrana libertà di disporre del proprio come vuole. Un denaro non era solo la paga consueta, era anche il necessario per vivere: ebbene, la volontà del padrone della vigna è che ciascuno abbia il necessario per vivere (il pane quotidiano, la fede, lasperanza, l'amore), indipendentemente dai propri meriti.


E'chiaro che Dio non ci fa mancare quanto ci serve per vivere, anche se arriviamo all'ultimo minuto per aprirci a Lui. Però Lui esce per bene cinque volte, si fa per dire, durante la giornata lavorativa, per cercare gli operai per il Regno.


Si tratta della giornata lavorativa tipica nella società agricola palestinese del tempo, che durava «dai primi raggi del sole fino al sorgere delle stelle (cf. Sl 103/104,22-23). La suddivisione in 12 ore quindi, nella stagione estiva, comporta una durata dell'ora lavorativa ben superiore ai 60 minuti.

 
 

"Hai fatto la luna per segnare i tempi
e il sole che sa l'ora del tramonto.

Stendi le tenebre e viene la notte:
in essa si aggirano tutte le bestie della foresta;

ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.

Sorge il sole: si ritirano
e si accovacciano nelle loro tane.

Allora l'uomo esce per il suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera".


Gli operai della prima ora non vogliono riconoscere che è stato un dono essere stati assunti: certo, hanno lavorato dodici ore, ma solo grazie all'invito del padrone di casa. La vita è un dono, regalata dal Padre, senza alcun merito da parte nostra. E annche la vocazione a cui siamo stati chiamati.


Non andare via, Signore
Quando trovi chiusa la porta del mio cuore,
abbattila ed entra: non andare via, Signore.
Quando le corde della mia chitarra dimenticano il tuo nome,
ti prego, aspetta: non andare via, Signore.
Quando il tuo richiamo non rompe il mio torpore,
folgorami con il tuo dolore: non andare via, Signore.
Quando faccio sedere altri sul tuo trono,
o re della mia vita: non andare via, Signore.
(Rabindranath Tagore)

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